Addio a sette sindaci che speravano di restare in carica nonostante la decadenza dei loro Consigli Comunali dovuta alla mancata approvazione dei bilanci. A decadere dal loro incarico saranno i sindaci di San Piero Patti, Castiglione di Sicilia, Valdina, Monforte Sangiorgio, Monterosso Almo, Calatafimi Segesta e Casteldaccia. Si tratta di sindaci rimasti in carica dopo lo scioglimento dei rispettivi Consigli comunali avvenuta fra agosto dello scorso anno e le ultime settimane. Entro dopodomani la Regione notificherà ai primi cittadini il decreto di decadenza per permettere ai rispettivi comuni di andare al voto nella tornata amministrativa dell’11 giugno.
Si aggiungono, dunque, altri sette comuni al voto ai 129 già individuati per questa tornata elettorale. La decadenza dei sindaci appare, ormai, inevitabile nonostante la Presidenza della Regione abbia tentato in tutti i modi di evitare questa scelta.
Tutto nasce dall’approvazione della legge regionale 6 del 2017. Due settimana fa, con un vero e proprio blitz d’aula, insieme all’esercizio provvisorio è stata approvata una norma di interpfetazione autentica che stabilisce la decadenza immediata, oltre che dei Consigli Comunali, anche dei sindaci delle amministrazioni che non hanno approvato i bilanci nei termini.
“Si tratta di una provvedimento dovuto e inevitabile – dice a BlogSicilia l’assessore alle Autonomie Locali Luisa Lantieri – la norma, anche se non è stata da noi voluta, non può essere disapplicata. L’intenzione del legislatore è chiara e la decadenza dei sindaci è conseguenziale. se esistono aspetti di leghittimità costituzionale sdiulla norma dovranno essere i sindaci interessati a sollevare la questione davanti alla Corte Costituzionale, non può essere la Regione a farlo ne, tantomeno, possiamo decidere di non rispettare la legge”.
Dubbi sulla legittimità delle disposizioni normative erano stati espressi dal Presidente della Regione tanto che da Palazzo d’Orleans era partito un quesito urgente al Cga per chiedere proprio la facoltà per l’amministrazione di disapplicare la disposizione di legge ritenuta illegittima.
Con il parere reso in udienza ieri il Cga ha detto di no ( Parere CGA 89 2017 ). La legittimità costituzionale non può essere sollevata dalla Regione ne dallo stesso Cga in seduta consultiva e non è tra le facoltà della Regione la decisioone di non applicare la legge.
Contro la norma ha già annunciato ricorso l’Anci Sicilia in qualità di associazione dei sindaci ma nel frattempo i decreti di sciogliomento e decadenza sono alla firma e saranno notificatio per permettere a questis ette comuni di andare al voto l’11 giugno
Fonte Blog Sicilia
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