Lo hanno chiamato “sistema Trapani”. E’ un sistema, illegale, dove politica e affari vanno a braccetto. Per tante cose. E tante volte per favorire Cosa nostra che in questa terra ha come capo quello che resta l’imprendibile capo mafia Matteo Messina Denaro, latitante dal 1993. Gli ultimi risultati circa l’operatività di questo “sistema”, la Procura di Palermo ed i carabinieri li hanno trovati…in mare. L’hanno chiamata operazione “Mare Monstrum”, un mare di mazzette e corruzione per favorire l’armatoreEttore Morace nella conquista di quello che è diventato l’assoluto monopolio del traffico navale veloce in Sicilia esercitato dalla sua società, la Liberty Lines. E riscuotere così senza tanti problemi gli ingenti contributi pubblici, oltre 50 milioni di euro all’anno. Partendo da Trapani dove longa manus dell’armatore fin dentro gli uffici della Regione Sicilia per la Procura di Palermo è stato l’attuale deputato regionale del gruppo mistoMimmo Fazio, vice presidente dell’antimafia regionale, sindaco di Trapani dal 2001 al 2012 e proprio in questi giorni nuovamente candidato alla carica di primo cittadino. Accusati di corruzione Morace da stamane è in carcere, Fazio ai domiciliari, ha dovuto interrompere la sua campagna elettorale, ampiamente finanziata, sostengono i pm della Dda di Palermo, dall’armatore Morace, pronto a pagare i costi tipografici di manifesti e volantini, per 10 mila euro, come se si fosse trattato di materiale destinato alla Liberty Lines.Fazio sarebbe stato agevolato in assunzioni e favori vari. Per i pm ha fatto “mercimonio” del suo incarico parlamentare. Un “sistema” con importanti agganci. Indagati sono infatti il Governatore Rosario Crocetta e l’oramai ex sottosegretario alle Infrastrutture Simona Vicari, dimessasi ieri sera. Per loro l’accusa è quella di concorso in corruzione. Il Governatore Crocetta è chiamato in causa a proposito dei bandi per l’assegnazione delle tratte sociali sulle rotte per le isole minori siciliane che sarebbero stati fatti assecondando i voleri dell’armatore Morace e andando contro pareri di dirigenti regionali come la dott.Dorotea Piazza, minacciata dall’on. Fazio e le cui dichiarazioni hanno dato il via alle indagini. L’on. Vicari si sarebbe adoperata per riconoscere alle compagnie armatrici nell’ultima finanziaria nazionale un abbattimento sull’Iva. In cambio per lei un Rolex e i carabinieri hanno intercettato l’esponente di governo ringraziare Morace del pensiero. I magistrati hanno riscontrato tutto, a presentare l’emendamento alla Finanziaria nazionale del 2016 è stato l’on. Garofalo, e la Vicari poi parlando con Morace prese tutto il merito. Altro Rolex a Marcello Di Caterina , altro indagato, ex capo della segreteria del ministro Lupi, anche lui si sarebbe dato parecchio da fare per agevolare Morace, Di Caterina è anche tanto amico di Crocetta da pagargli un soggiorno sull’isola di Filicudi, così confida all’armatore Morace in una occasione per fargli capire che lui ha buoni agganci con uomini di governo. Indagato è anche Massimo Finocchiaro, uomo vicinissimo aCrocetta, nella sua segreteria particolare, anche lui intercettato mentre si interessava parecchio di tutelare gli interessi dell’armatore Morace. Tra gli indagati c’è l’ex giudice amministrativo Raffaele De Lipsis, che, su richiesta dell’on. Fazioavrebbe pressato l’attuale presidente del Cga siciliano, Claudio Zucchelli, per garantire l’accoglimento di un ricorso presentato dall’armatore Morace, e Fazioaddirittura si sarebbe messo a disposizione per portare dalla parte di Morace anche il presidente dell’Antitrust, l’avv. Giovanni Pitruzzella. Ai domiciliari è finitoGiuseppe Montalto, segretario particolare dell’assessore regionale ai Trasporti ,Giovanni Pistorio. Montalto è un altro punto di riferimento dell’armatore Morace. Sarebbe tutta opera sua la bocciatura di un consulente alla commissione Ambiente del Parlamento Regionale. La scelta era caduta sul comandante Pino Prestigiacomo, inviso a Morace. Montalto è stato intercettato ad assicurare all’armatore che avrebbe “ammazzato politicamente” il soggetto, ed è stato sentito a portare anche dalle proprie ragioni il deputato 5 Stelle Sergio Tancredi. In cambio poi a Morace, Montalto ha chiesto la nomina del giornalista Pietro Messina a capo ufficio stampa della Liberty Lines. Sotto inchiesta altri funzionari dell’amministrazione regionale comeMarianna Caroniae Salvatrice Severino. Ed ancora l’armatore Vincenzo Franza. Situazione incandescente dunque a Trapani dove in 24 ore la campagna elettorale in corso ha visto colpiti dall’azione giudiziaria due dei cinque candidati e poi proprio quelli più accreditati per la vittoria, oltre aFazio anche il senatore Tonino D’Alì proposto dalla Dda di Palermo per la sorveglianza speciale, soggetto pericoloso per via dei suoi contatti con Cosa nostra. Situazione incandescente che ha indotto l’ufficio di presidenza della commissione nazionale antimafia a convocare in audizione a San Macuto il prefetto Giuseppe Priolo, per il prossimo 24 maggio. I contraccolpi elettorali sembrano non essere finiti, potrebbe arrivare in queste ore la proposta di commissariamento per inquinamento mafioso del Comune di Castelvetrano dove come per Trapani si dovrebbe votare il prossimo 11 giugno.
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