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Calatafimi Segesta: Il progetto di un centro di compostaggio bloccato nei meandri dei competenti assessorati regionali.

By   /  23 Ottobre 2017  /  No Comments

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E’ la storia del Centro di  Compostaggio che dovrebbe realizzarsi su un terreno confiscato alla mafia ed affidato al Comune di Calatafimi Segesta.

Dopo l’avvio della raccolta differenziata nei comuni costituenti l’ATO Terra dei Fenici, di cui faceva parte Calatafimi, il piano regionale dei rifiuti prevedeva la necessità di realizzare un centro di compostaggio in ogni ambito per trasformare l’umido raccolto in concime. L’ATO Terra dei Fenici viene incaricata di individuare un sito dove poter ubicare tale Struttura. Il Comune di Calatafimi Segesta, sotto l’amministrazione Ferrara, segnalò un’area che le era stata assegnata a seguito di confisca alla mafia. L’area viene considerata valida in quanto la Contrada Lagani si trova facilmente raggiungibile dallo svincolo autostradale Gallitello.

 Il 30 marzo 2010 si firma l’accordo programma Quadro tra l’ATO Terra dei Fenici ed il Comune di Calatafimi Segesta per la cessione dell’area. Su richiesta dell’Amministrazione Ferrara al  Comune di Calatafimi viene riconosciuto un benefit del 5% DEI RICAVI DELLA GESTIONE DELL’IMPIANTO ED ALTRE AGEVOLAZIONI. Si prevedeva un importo del benefit di circa 150.000 euro annue.

L’ATO TP1 TERRA dei FENICI da l’incarico per la progettazione dell’opera. Nel gennaio 2012 la conferenza di servizio approva il progetto. Nell’agosto del 2013 l’allora Assessore all’Energia Marino si incontra con il Sindaco di Marsala Adamo, presidente dell’ATO Terra dei Fenici, ed assicurava il finanziamento dell’opera. Il presidente Adamo avvisava tutti i sindaci dei comuni dell’ATO dell’imminenza dell’importante finanziamento. Tale annuncio è stato riportato da diversi organi di stampa.

Dopo quell’annuncio un silenzio assoluto e l’impossibilità ad ottenere esaurienti risposte. Ad oggi il progetto risulta inserito nel PATTO PER LA SICILIA firmato dall’allora Presidente del Consiglio Renzi per un importo di 15 milioni di euro (trovate a fine articolo l’elenco delle opere finanziate).

Perché non si realizza tale importante struttura? A chi spetta il primo passo? Perché si preferiscono o si danno priorità ad altre soluzioni anche private?

Ricordiamo che il progetto in questione non prevede nessun processo di gassificazione/incenerimento a differenza di altri impianti e che viene trattato solo ed esclusivamente l’umido. Inoltre era stato stabilito dall’amministrazione Ferrara che il 50% della forza lavoro doveva essere Calatafimese.

Riportiamo di seguito il PDF dell’autorizzazione alla realizzazione dell’impianto presente nel Portale Regione Sicilia e l’elenco delle opere presenti nel Patto per la Sicilia dove l’impianto di Calatafimi viene riportato a Pagina 19:

 

 

 

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