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Biotestamento è legge: il Senato approva tra gli applausi, Bonino si commuove. Cappato: “Grazie Welby e chi ci ha creduto”

By   /  14 Dicembre 2017  /  No Comments

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Gli applausi dell’Aula del Senato, la radicale Emma Boninocommossa in tribuna a fianco di Mina Welby che sorride mentre fuori in piazza i protagonisti di anni di campagnae, estenuanti e lunghissime, ascoltano l’annuncio. Il Biotestamento è legge: il Senato ha dato il via libera definitivo con 180 sì, 71 no e 6 astenuti. E’ un giorno storico per il Parlamento italiano che dopo anni di promesse e polemiche è riuscito a fare un primo passo avanti su un tema ancora capace soltanto di dividere. Fino a pochi mesi fa non ci credeva nessuno: non ci credeva la maggioranza, vittima dei ricatti di Area popolare e dei cattolici, non ci credevano i 5 stelle che pure sono stati tra i primi a portarla avanti   Ieri l’Assemblea di Palazzo Madama aveva respinto tutte le proposte emendative: Pd e M5s compatti hanno portato avanti il provvedimento, mentre i soliti volti noti del centrodestra hanno cercato di fare resistenza. Addirittura il senatore Carlo Giovanardi è riuscito a dire l’enormità di giornata: “Eluana Englaro stava bene”.

In piazza ad aspettare il risultato alcuni dei protagonisti della decennale campagna per le scelte di fine vita. Insieme a Marco Cappato (tesoriere ALC), Filomena Gallo (segretario ALC), Mina Welby (co-presidente ALC e moglie di Piergiorgio Welby), Carlo Troilo (cons. generale ALC e fratello di Michele, malato suicida), Rodolfo Coscioni (cons. generale ALC e papà di Luca Coscioni), Anna Cristina Paoloni (mamma di Luca Coscioni), Monica Coscioni (sorella di Luca Coscioni), Chiara Rapaccini (compagna di Mario Monicelli), Flaminia Lizzani (figlia di Carlo Lizzani), Generosa Spaccatore (moglie di Luigi Brunori) e Maddalena Soro (moglie di Giovanni Nuvoli), e gli attivisti per la libertà di scelta hanno seguito in diretta i lavori del Senato.

L’Associazione – promotrice e la più attiva sostenitrice della legge sul Biotestamento Luca Coscioni ha consegnato al Presidente del Senato Grasso, martedì 5 dicembre, 27mila firme raccolte in calce all’appello di Dj Fabo per un’immediata approvazione senza modifiche della legge sul biotestamento. Queste firme si vanno a sommare alle oltre 121mila firme raccolte sotto la più generale proposta di legge popolare depositata nel settembre 2013, alle oltre 158mila sottoscrizioni dell’appello lanciato da Mina Welby, così come all’appello dei senatori a vita e a quello dei quasi 90 sindaci italiani e 2 presidenti di regione, rappresentati di circa 15 milioni di italiani.

I No della Lega Nord e del centrodestra
Continuano ad essere contrari al provvedimento che, sostengono, apre la strada all’eutanasia, i rappresentanti del Carroccio e del centrodestra. “Il nostro voto sarà contrario, non perché siamo contrari a una legge in materia ma perché questa legge è un pasticcio ed è un preludio all’eutanasia”, ha detto il capogruppo della Lega in Senato Gian Marco Centinaio. Voto contrario anche per il presidente di Idea Gaetano Quagliariello. Questo provvedimento che il “Senato si accinge ad approvare” è, secondo il parlamentare, “la via italiana all’eutanasia”, che “avrà – sottolinea – il nostro fermo dissenso oggi, e lo avrà domani, quando un nuovo parlamento e una maggioranza di centrodestra metterà riparo alle grandi storture”

Ala vota a favore: “Legge di civiltà”
Tra i voti in sostegno del provvedimento, ci sono anche quelli dei verdiniani di Ala. “Le immagini di dj Fabo riproposte ieri in un tribunale valgono più dei fiumi di parole spese in quest’Aula sul testamento biologico per spiegare che questa è una legge di civiltà, una legge necessaria”, ha detto il senatore Riccardo Mazzoni, vicepresidente vicario del gruppo Ala. “Le persone sottoposte a sofferenze terribili con malattie irreversibili hanno il diritto di scegliere come morire, è un diritto umano fondamentale. E a loro dovremmo chiedere scusa per il colpevole ritardo della politica e del Parlamento. Questa legge consentirà anche in Italia, come già avviene in molti altri Paesi, di lasciare disposizioni per non morire in modi indesiderati, con valore vincolante per i medici e senza escludere alcun trattamento dalla disponibilità del paziente”.

BIOTESTAMENTE COSA PREVEDE 

Ecco il testo punto per punto:
IL CONSENSO INFORMATO – Il testo prevede che, nel rispetto della Costituzione, nessun trattamento sanitario possa essere iniziato o proseguito se privo del consenso libero e informato della persona interessata. Viene “promossa e valorizzata la relazione di cura e di fiducia tra paziente e medico il cui atto fondante è il consenso informato” e “nella relazione di cura sono coinvolti, se il paziente lo desidera, anche i suoi familiari”.

I MINORI – Per quanto riguarda i minori “il consenso è espresso dai genitori esercenti la responsabilità genitoriale o dal tutore o dall’amministratore di sostegno, tenuto conto della volontà della persona minore”.

LE DISPOSIZIONI ANTICIPATE DI TRATTAMENTO –Ogni “persona maggiorenne, capace di intendere e volere, in previsione di un’ eventuale futura incapacità di autodeterminarsi, può, attraverso “Disposizioni anticipate di trattamento” (Dat), esprimere le proprie convinzioni e preferenze in materia di trattamenti sanitari, nonché il consenso o il rifiuto rispetto a scelte diagnostiche o terapeutiche e a singoli trattamenti sanitari, comprese le pratiche di nutrizione e idratazione artificiali”. Le Dat, sempre revocabili, risultano inoltre vincolanti per il medico e “in conseguenza di ciò – si afferma – è esente da responsabilità civile o penale”. Devono essere redatte per atto pubblico o per scrittura privata, con sottoscrizione autenticata da notaio o altro pubblico ufficiale o da un medico dipendente del Servizio sanitario nazionale o convenzionato. Nel caso in cui le condizioni fisiche del paziente non lo consentano, possono essere espresse attraverso videoregistrazione”. In caso di emergenza o di urgenza, precisa inoltre il ddl, “la revoca può avvenire anche oralmente davanti ad almeno due testimoni”.

PIANIFICAZIONE DELLE CURE – Nella relazione tra medico e paziente “rispetto all’evolversi delle conseguenze di una patologia cronica e invalidante o caratterizzata da inarrestabile evoluzione con prognosi infausta può essere realizzata una pianificazione delle cure condivisa tra il paziente e il medico, alla quale il medico è tenuto ad attenersi qualora il paziente venga a trovarsi nella condizione di non poter esprimere il proprio consenso o in una condizione di incapacità”.

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