PALERMO – Arrivano i primi no del Tar ai ricorsi dei candidati alle scorse elezioni regionali che sono rimasti fuori da Palazzo dei Normanni. Dopo la bocciatura del ricorso di Giacomo Tranchida arriva oggi quella a Marco Forzese. Il Tar Sicilia, condividendo il precedente giurisprudenziale ha stabilito “che non si possono annullare le operazioni elettorali per quei vizi – si legge nella sentenza – da cui non derivi alcun pregiudizio per le garanzie della libera espressione del voto”. Per questi motivi ha dichiarato infondato il ricorso proposto da Forzese e ha legittimato l’elezione all’Ars di tutti i deputati.
Forzese è stato candidato con la lista “Alternativa Popolare – Centristi per Micari” che non ha raggiunto il quorum del 5% su base regionale per l’assegnazione dei seggi. Secondo il ricorso di Forzese la lista di Alternativa Popolare avrebbe raggiunto il quorum se fossero stati esclusi dalla competizione molti candidati che si sono presentati nei collegi circoscrizionali di tutte le provincie siciliane che non avevano dichiarato l’insussistenza delle cause di incandidabilità previste dalla cd. legge” Severino”. Ma il Tar ha bocciato il ricorso.
In giudizio si è costituito, tra gli altri, il deputato Michele Catanzaro, assistito dagli avvocati Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia che hanno presentato le sentenze del Consiglio di Stato secondo cui ai candidati avrebbe comunque dovuto essere riconosciuta la possibilità di integrare la documentazione.
Ricorso bocciato anche per Giacomo Tranchida, che aveva puntato il dito contro Valentina Palmeri e Sergio Tancredi (M5s), Stefano Pellegrino (Forza Italia), Mimmo Turano ed Eleonora Lo Curto (Udc). L’ex sindaco di Erice, giunto secondo nella lista del Pd, sosteneva che i cinque non fossero in regola con le dichiarazioni legate alla legge Severino sulle cause di incandidabilità. Il tar ha sostenuto che non vi è stato “alcun intento fraudolento teso ad eludere le stringenti prescrizioni della legge” dal momento che “i candidati hanno fatto ragionevolmente affidamento sulle indicazioni provenienti dall’Autorità preposta alla gestione delle elezioni”.
“Gli scranni all’Assemblea regionale siciliana dei deputati M5s sono salvi”, scrive in una nota il Movimento 5 stelle. “Il Tar di Palermo – prosegue – ha infatti rigettato il ricorso di alcuni candidati non eletti che volevano riscrivere il risultato delle regionali di novembre scorso estromettendo gli eletti (tra questi alcuni deputati M5s) che si erano attenuti ai moduli forniti dalla Regione, che, per l’autocertificazione, si appigliava ad una legge del ’90, ignorando la successiva legge Severino”. “Non avevamo dubbi – commentano i parlamentari 5 stelle –, la pronuncia del Tar in questo momento rappresenta un’importantissima conferma della legittimità dei nostri scranni all’Ars e ci dà ulteriore determinazione per portare avanti con più forza le battaglie per la Sicilia e i siciliani. Siamo 20 e determinatissimi a lasciare il segno, anche approfittando di una maggioranza rissosa, inconcludente e per nulla coesa”.
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