Si chiama Palazzo Celeste, un nome che nasce dalla traduzione dal mandarino della parola Tiangong, ed è la prima stazione spaziale cinese lanciata dal centro di Jiuquan il 30 settembre 2011 che sta rientrando nell’atmosfera.
Il ritorno sarebbe dovuto avvenire in modo controllato nell’Oceano Pacifico, ma nel marzo 2016 è iniziata una lenta e progressiva discesa con traiettoria diversa che “potrebbe interessare il territorio nazionale”.
Questo è quanto si apprende da una circolare diffusa dalla Protezione civile a tutti i ministeri e alle regioni sul rientro della stazione spaziale cinese in caduta libera verso l’Italia.
L’eventuale caduta di frammenti potrebbe avvenire nei giorni di Pasqua, “tra il 28 marzo e il 4 aprile” e riguardare “le regioni a sud dell’Emilia Romagna”.
Il ritorno sulla Terra della Tiangong 1 è comunque monitorato da diversi sensori di osservazione nel suo percorso orbitale che registrano la posizione ed il tasso di decadimento.
A causa della complessità dell’interazione fra la stazione spaziale e l’atmosfera terrestre, solo nelle ultimissime fasi del rientro si potranno definire meglio la data e le parti del globo terrestre coinvolte.
“La finestra temporale e le traiettorie di impatto al suolo potranno essere definite con maggiore precisione nelle 36 ore precedenti il rientro”, si legge nel documento, che sottolinea come l’organizzazione e l’interpretazione dei dati sia compito dell’Agenzia Spaziale Italia, che “curerà la fase di organizzazione e interpretazione dei dati avvalendosi del supporto di altri Enti, nazionali e internazionali”.
La Protezione civile rende noto che è stato istituito il tavolo tecnico di lavoro, previsto in circostanze del genere, al quale partecipano, insieme all’Asi, il consigliere militare della Presidenza del Consiglio, i ministeri di Interno, Difesa e Esteri, Enac, Enav, Ispra, la commissione speciale di Protezione civile”.
Da marzo 2016 ha iniziato una lenta e progressiva discesa sulla Terra che si concluderà in una finestra temporale che si apre il 28 marzo e si chiude il 4 aprile 2018.
Sul sito della Stazione spaziale europea si legge: ” rientro avverrà ovunque tra 43º N e 43º S. Le aree al di sopra o al di sotto di queste latitudini possono essere escluse. In nessun momento sarà possibile una previsione precisa dell’ora / località dell’ESA. Questa previsione è stata aggiornata approssimativamente dalla settimana fino a metà marzo e viene aggiornata ogni 1/2 giorni”.
Nel frattempo, la Protezione civile ha diramato alcune indicazioni utili alla popolazione affinché adotti responsabilmente comportamenti di autoprotezione qualora si trovi nei territori potenzialmente esposti all’impatto:
• è poco probabile che i frammenti causino il crollo di edifici, che pertanto sono da considerarsi più sicuri rispetto ai luoghi aperti. Si consiglia, comunque, di stare lontani dalle finestre e porte vetrate;
• i frammenti impattando sui tetti degli edifici potrebbero causare danni, perforando i tetti stessi e i solai sottostanti, così determinando anche pericolo per le persone: pertanto, non disponendo di informazioni precise sulla vulnerabilità delle singole strutture, si può affermare che sono più sicuri i piani più bassi degli edifici;
• all’interno degli edifici i posti strutturalmente più sicuri dove posizionarsi nel corso dell’eventuale impatto sono, per gli edifici in muratura, sotto le volte dei piani inferiori e nei vani delle porte inserite nei muri portanti (quelli più spessi), per gli edifici in cemento armato, in vicinanza delle colonne e, comunque, in vicinanza delle pareti;
• è poco probabile che i frammenti più piccoli siano visibili da terra prima dell’impatto;
• alcuni frammenti di grandi dimensioni potrebbero sopravvivere all’impatto e contenere idrazina. Si consiglia, in linea generale, a chiunque avvistasse un frammento, senza toccarlo e mantenendosi a un distanza di almeno 20 metri, di segnalarlo immediatamente alle autorità competenti.
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