Nella notte tra sabato 27 e domenica 28 ottobre alle ore 3:00, bisognerà spostare indietro di 60 minuti le lancette di tutti gli orologi per dire arrivederci all’ora legale e accogliere quella solare. Questo permetterà, almeno fino al 31 marzo 2019, di dormire un’ora in più. È vero che le mattine avranno più luce, ma allo stesso tempo le giornate saranno più corte perché il sole tramonterà prima.
Come ogni anno, l’ultima domenica di ottobre gli italiani, e non solo, allo scoccare delle ore 3:00 del mattino sono chiamati a spostare le lancette indietro di un’ora, riportando le lancette dell’orologio alle 2:00. Nella notte tra il 27 e il 28 ottobre, infatti, avverrà il cambio di orario e il consueto passaggio dall’ora legale a quella solare che permetterà di dormire un’ora più, e anche se farà buio prima, di mattina l’alba sarà un po’ in anticipo rispetto ai giorni precedenti. Le giornate quindi si accorceranno per dare il benvenuto all’ora solare, segnando in qualche modo la fine della stagione estiva, per passare ufficialmente al freddo e al buio dell’inverno.
Storicamente, prima della diffusione degli orologi, l’organizzazione oraria delle popolazioni avveniva naturalmente seguendo l’alba. Quindi i bioritmi umani si allineavano in modo naturale al cambiamento delle stagioni. Questo modo di vivere non venne mai messo in discussione fino al 1784, quando Benjamin Franklin pubblicò una riflessione sul giornale francese Journal de Paris, in cui spiegava la possibilità di risparmiare sul consumo delle candele, obbligando le persone a svegliarsi in anticipo rispetto alle abitudini. Questo sarebbe dovuto avvenire grazie a misure come la tassazione delle persiane, il razionamento delle candele, il divieto di circolazione notturna, ed una sveglia rumorosa all’alba.
La vera prima proposta però è stata avanzata dallo studioso George Vernon Hudson che, nel 1895, presentò un documento alla Società Filosofica di Wellington, proponendo uno spostamento in avanti degli orologi di due ore. Solo nel 1907 con William Willet però l’idea incominciò a essere davvero discussa. L’imprenditore britannico, nel suo libro “The Waste of Daylight”, “Lo spreco della luce del giorno”, proponeva di spostare le lancette dell’orologio di 20 minuti, quattro volte all’anno alle 2:00 in punto, per un totale di 80 minuti. L’idea era di portarle avanti in tutte le domeniche di aprile e indietro, sempre alle 2:00, in quelle di settembre. Secondo l’imprenditore infatti, in questo modo si sarebbe guadagnata della luce naturale durante il giorno e soprattutto si sarebbero risparmiati fino a 2,5 milioni di sterline per l’illuminazione. Willet riuscì a conquistarsi anche il sostegno di Robert Pearce, un membro del parlamento, che provò a far passare la proposta di una legge sul cambio dell’ora, ma senza successo. Fu con lo scoppio della prima guerra mondiale che si evidenziò la necessità di risparmiare carbone e, dopo la Germania, anche la Gran Bretagna nel 1916 optò per far avanzare di un’ora le lancette dell’orologio nella giornata di domenica 21 maggio e così istituì il “British Summer Time”. Di seguito, una dietro l’altra, anche le altre nazioni adottarono questo meccanismo.
In Italia l’ora legale venne ufficialmente introdotta nel 1916 grazie al decreto legislativo 631 e dopo essere stata abolita e ripristinata alcune volte, è diventata definitivamente legge nel 1965, e applicata a partire dal 1966. Di fatto, quella che è stata introdotta non è l’ora solare, ovvero l’ora delle località geografiche in base al fuso orario, ma quella legale.
Questa tuttavia, potrebbe essere l’ultima volta che i cittadini dell’unione europea dovranno ricordare di spostare le lancette degli orologi (e non l’orario sullo smartphone, che solitamente si modifica in modo automatico). Una proposta dell’Unione Europea infatti vorrebbe eliminare l’obbligo del cambio dell’ora e permettere a tutti gli Stati membri di decidere autonomamente se adottare per tutti i 365 giorni l’ora legale oppure quella solare.
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