Il giorno stesso la pubblicazione del nostro articolo: “Calatafimi Segesta: branco di cani accerchia un ragazzino di 12 anni.”, è prontamente arrivato, ancora una volta, il risolutore intervento dei Vigili Urbani di Calatafimi che ormai da anni, insieme al Comune, all’aiuto di volontari e dell’associazione Ciccio Garibaldi, tentano in diversi modi di arginare ed estinguere il difficile fenomeno del randagismo a Calatafimi Segesta. Purtroppo i Vigili non avevano ricevuto nessuna segnalazione sull’accaduto prima dell’articolo, così sono intervenuti immediatamente dopo aver letto.
Gli organi competenti, e non solo, si sono sempre preoccupati di cercare di arginare il fenomeno del randagismo, che interessa quasi tutti i comuni siciliani, adottando diverse misure e attingendo in modo anche consistente dal bilancio comunale.
Per tale finalità, ad esempio, dal 2016 è stato affidato il servizio per la gestione sanitaria dei cani e gatti randagi presenti sul territorio, ad un medico veterinario.
Da marzo 2018 è stato stipulato un apposito accordo di collaborazione con un’associazione regolarmente iscritta all’albo regionale per la protezione degli animali “Ciccio Garibaldi Onlus”, anche se di fatto la collaborazione con l’associazione ed altri volontari locali è stata attiva fin dall’anno 2016.
E’ stato svolto un lavoro costante e sinergico tra la Polizia Municipale, volontari ed associazione che ha portato dal 1 ottobre ad oggi alla cattura di numero 6 cagne facenti parte del branco. Le cagne sono state sterilizzate e le più aggressive sono state affidate all’associazione.
Vi è dunque un’azione di controllo costante del territorio da parte degli organi competenti. Purtroppo a creare il maggior problema è l’inciviltà di talune persone che continuano a lasciare i propri cani, e soprattutto cagne, in libertà senza microchip, sterilizzazione e controllo. Questo alimenta costantemente il fenomeno randagismo con un enorme dispendio di risorse ed energie. Bisognerebbe dunque iniziare ad individuare i proprietari di cani che adottano questo comportamento e perseguirli anche con pesanti sanzioni che possano, forse, aiutare nel rieducare queste persone.
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