La Sicilia ha chiesto e ottenuto dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari Forestali e del Turismo una deroga al decreto che, di fatto, limitava la possibilità di coltivare grano duro biologico solo dopo l’avvicendarsi di almeno due cicli di colture principali di specie differenti, uno dei quali destinato a leguminosa. Il che, tradotto in parole semplici, avrebbe significato che gli agricoltori siciliani avrebbero prodotto grano duro sullo stesso appezzamento una sola volta in un triennio, con un’ indubbia penalizzazione economica.
L’Assessore regionale per l’Agricoltura, Edy Bandiera, dopo avere ottenuto il parere favorevole del Ministero, ha pertanto prontamente emanato un decreto, supportato da adeguata documentazione tecnico scientifica redatta dai rappresentanti dei Dipartimenti di Scienze Agrarie, Alimentari e Forestali delle Università degli Studi di Catania e Palermo, adottando la seguente deroga: “In Sicilia si consente l’adozione di rotazioni quadriennali all’interno delle quali siano previste non meno di tre specie principali differenti, almeno una delle quali leguminosa”.
Per l’assessore regionale all’Agricoltura è stato “raggiunto traguardo importante e atteso dai nostri agricoltori, un provvedimento fondamentale per l’economia della cerealicoltura”.
Si ritorna pertanto alla tradizionale semina biennale del grano duro, che vanta una tradizione secolare, basti pensare alla rotazione grano duro/fava da sempre presente nei nostri ordinamenti colturali.
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