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Dal ‘modello Portogallo’ alla revisione degli accordi, Roma mette in finanziaria l’accordo con la Sicilia ma qui si discute di lotta al sovranismo

By   /  23 Dicembre 2018  /  No Comments

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Il maxiemendamento presentato dal governo alla manovra finanziaria analizzata nella notte al Senato, recepisce i contenuti dell’Accordo stipulato, dopo un lungo negoziato, mercoledì scorso tra il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci e il ministro dell’Economia Giovanni Tria.

In particolare, sono state inserite le disposizioni che: determinano la riduzione del contributo al risanamento della finanza pubblica per il triennio 2019-2021 con un risparmio di oltre 900 milioni di euro ; attribuiscono 540 milioni di euro per investimenti alle Province siciliane per la viabilità e le scuole sino al 2025; consentono la spalmatura in trent’anni del ripianamento del disavanzo (la misura vale circa 700 milioni di euro), che elimina l’obbligo di riduzione della spesa corrente del 3 per cento in settori vitali e il cui sforamento determinava il recupero delle somme da parte dello Stato.

In un un’altra parte c’è anche un provvedimento che riprende il modello Portogallo e dunque la creazione in Sicilia di un’area ‘paradiso fiscale’ per i pensionati che vi si trasferiscano

“I contenuti dell’Accordo sottoscritto qualche giorno fa – evidenzia il presidente Musumeci – sono presenti nel testo ‘bollinato’ dalla Ragioneria generale dello Stato. Siamo, quindi, ottimisti nel raggiungimento di un obiettivo importante per la nostra Isola. Un’intesa che per la Sicilia, tra maggiori entrate, minori spese e spalmatura di oneri vale, a regime, oltre due miliardi di euro”.

“Il primo passo dopo la stipula a Roma – aggiunge l’assessore all’Economia Gaetano Armao – era proprio la trasposizione nella Legge di bilancio dei suoi contenuti ed é stato compiuto. Non appena sarà approvata la Manovra, le disposizioni verranno calate nei disegni di legge regionali di stabilità e bilancio, di cui il 27 dicembre inizierà l’esame in Assemblea regionale. Nel contempo proseguirà l’attività dei gruppi di lavoro misto tra assessorato e ministero, per approdare alle nuove norme di attuazione in materia finanziaria che possano consentire l’applicazione delle previsioni dello Statuto col riconoscimento di fiscalità di sviluppo, condizione di insularità, continuità territoriale e perequazione infrastrutturale”.

Intanto a Palermo cresce il dibattito politico  sull’alleanza dei moderati contro populismo e sovranismo, di fato contro le forze attualmente al governo. “L’Udc lavora ad un progetto politico di aggregazione dei moderati che non serve solo a contrastare il populismo e il sovranismo ma punta a dare dignità e forza alle Regioni ed ai popoli d’Europa” dice senza mezzi termini la capogruppo dell’Udc all’Ars Eleonora Lo Curto dopo la grande convenction con Cesa.

“Questa idea, emersa anche nella recente convention di Palermo, deve guidarci da qui alle europee, ben sapendo che le forze moderate che si aggregano non rappresentano una semplice somma algebrica ma uno straordinario elemento moltiplicatore della cultura europeista, che nasce delle autonomie e dalla valorizzazione delle identità. Del resto l’esperienza politica che vede in Sicilia protagonista il governo Musumeci è da sprone soprattutto per l’autorevolezza, la sobrietà, la competenza, la fermezza e il tratto morale altissimo che lo contraddistinguono. Questi caratteri sono ciò che è utile per rilanciare un’idea nuova di politica che deve appassionare i cittadini e soddisfare le attese. Alle false promesse noi dobbiamo sapere opporre la concretezza e la risolutezza nella determinazione di andare avanti in una stagione di diritti e di garanzie per i cittadini, con l’obiettivo di una rinascita economica. Allora sì che diventa forte e premiante un progetto politico che veda al centro la persona nel processo economico, nelle sfide europee sull’economia circolare e la sostenibilità ambientale. L’Udc sia protagonista e collabori con tutte le altre forze politiche per raggiungere questi obiettivi”.

Ma su questa linea frena, invece, Diventerà Bellissima per bocca del suo capogruppo Alessandro Aricò.  Il movimento del Presidente preferisce parlare del fatto e di quanto si sta, piuttosto, facendo ed evitare fughe in avanti

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