Il caso di Mirabella Imbaccari potrebbe avere effetti in molti paesi, non solo siciliani. L’opposizione ottiene l’intervento dell’Autorità dopo l’ordinanza che vieta il sacco nero dell’immondizia. «Seguiamo direttive di Kalat Ambiente», ribatte Giovanni Ferro
Da una parte un’ordinanza sindacale che vieta l’«utilizzo di sacchi opachi per tutte le tipologie di rifiuti», dall’altra una nota del Garante per la protezione dei dati personali che invita il Comune a «conformarsi agli obblighi previsti dalle vigenti disposizioni in materia di protezione dei dati personali». La questione nasce a Mirabella Imbaccari, nel Catanese, ma è destinata a interessare molti territori a livello forse non solo regionale. In pratica, il sindaco vieta ai cittadini di depositare ed esporre la spazzatura in sacchi neri, o comunque non trasparenti, per agevolare la raccolta differenziata, ma secondo il garante della privacy – cui hanno scritto alcuni consigliere comunali dell’opposizione appartenenti al gruppo di Forza Italia – «Si considera in termini generali non proporzionata la prescrizione contenente l’obbligo di utilizzare un sacchetto trasparente».
Il punto è che mettere sul pianerottolo o davanti al portone la spazzatura all’interno di un sacco trasparente, «pur riconoscendo la legittima necessità di salvaguardare il rispetto della disciplina sulla raccolta differenziata», non tutelerebbe «il diritto degli interessati a non subire violazioni ingiustificate della propria sfera di riservatezza – si legge nel documento del Garante – considerato che tra i rifiuti possono confluire effetti personali che sono talvolta relativi a informazioni concernenti anche la sfera della salute o politico-religioso-sindacale personale». Insomma, prima di finire nella discarica, dentro ai sacchetti possono essere contenuti dati sensibili dei cittadini che è necessario salvaguardare dagli occhi indiscreti di vicini o passanti. L’Autorità si richiama a un provvedimento generale adottato già il 14 luglio del 2005.
La nota del Garante, pur non essendo vincolante e non facendo giurisprudenza, avrà in ogni caso effetti non solo sugli altri 14 Comuni dell’Ato (ambito territoriale ottimale, ndr) del Calatino ma anche verso tutti i paesi i cui sindaci hanno adottato lo stesso tipo di ordinanza. «L’utilizzo del sacco nero – precisano i consiglieri dell’opposizione mirabellese, guidata da Filippa Martines – non significa non rispettare le regole della raccolta differenziata. La non conformità del rifiuto non dipende dal tipo di sacchetto usato ma dalla sensibilità degli utenti di cui comunque vanno rispettati i diritti e le libertà fondamentali».
Intanto il primo cittadino di Mirabella Imbaccari Giovanni Ferro sta cercando di orientarsi dopo l’invito arrivato dall’Autorità per la protezione dei dati personali. «Usiamo questi sacchetti semitrasparenti perché c’è una direttiva di Kalat Ambiente (la società che si occupa della nettezza urbana nel Calatino, ndr). Se è vero ciò che scrive nella nota il Garante, questa diventa una questione che riguarda molti territori e non solo a livello locale. Io credo che a sul piano politico – aggiunge – qualcuno ci abbia voluto speculare ma, valuteremo come limare l’ordinanza perché nostro compito è anche quello di preservare la privacy dei cittadini».
Fonte Meridionews
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