“Entro una generazione, molte professioni spariranno”. Davide Casaleggio, il figlio del cofondatore dei 5 stelle, traccia la sua visione del mondo che verrà in un’intervista al Corriere della Sera. “Dobbiamo prendere atto che la direzione è questa già da alcuni decenni e ora sta accelerando. Prima ce ne rendiamo conto, prima possiamo mettere in atto strategie per affrontare questo passaggio con efficacia”. E in quest’ottica, spiega Casaleggio, si inserisce il reddito di cittadinanza: “Una misura che ci mette al passo con il resto d’Europa e che intende sostenerel’occupazione attraverso la formazione”. Ma anche “un primo passo verso la ridistribuzione alla comunità della futura iper-produttività delle imprese”.
L’intervista al quotidiano di via Solferino comincia dalla citazione di un video prodotto dalla Casaleggio Associati: “2054. Il lavoro che conoscevamo è scomparso. Dedichiamo solo l’1% della nostra vita al lavoro”. Casaleggio puntualizza: “Il video parte dall’osservazione di fenomeni già in corso, sebbene ancora non su larga scala”. “È importante capire cosa sta accadendo per anticipare i problemi, ma anche per intercettare le opportunità”, commenta in merito a quella che viene definita la quarta rivoluzione industriale. “È chiaro che, se non cominciamo a pensare a come affrontare una trasformazione del mondo del lavoro così radicale come quella che si preannuncia, difficilmente potremo coglierne le opportunità”, ribadisce ancora Casaleggio.
In questo scenario si inserisce anche il reddito di cittadinanza, il cui decreto attuativo verrà varato nei prossimi giorni: lo scopo è “sostenere l’occupazione attraverso la formazione. Ma non è solo questo“, spiega Casaleggio. “Con l’avvento di nuove tecnologie il rapporto tra produttività e tempo lavorativo, che si traduce in occupazione, è cambiato e in futuro i due fattori saranno sempre più indipendenti. Entro una generazione, molte professioni scompariranno”, avverte. Quindi “occorrerà istituire dei meccanismi di redistribuzione del reddito svincolati dall’occupazione che supportino la domanda, altrimenti avremo la massima produttività e consumatori con sempre meno capacità di spesa. Possiamo intendere il reddito di cittadinanza anche come un primo passo verso la ridistribuzione alla comunità di questa iper-produttività delle imprese”.
Per avviare la transizione verso “modelli più innovativi“, Casaleggio sottolinea che “l’Europa potrebbe essere una risorsa fondamentale, ma per affrontare uno scenario così complesso è necessario cambiare approccio. I criteri che hanno regolato la visione economica fino a questo momento presto non saranno più adeguati, anzi già oggi non lo sono più”. Quindi basta “austerità“: “Se ci fosse una vera Unione Europea, con politiche economiche e fiscali omogenee, potremmo affrontare con maggiore efficacia i futuri cambiamenti e anche, perché no, pensare a un reddito di cittadinanza europeo. D’altra parte l’Italia era rimasto uno degli ultimi Paesi a non averlo introdotto”.
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