Al termine di una lunga maratona notturna, l’Ars ha approvato la Finanziaria con 34 voti a favore e 28 contrari.
Dopo una giornata di trattative il colpo di scena è maturato nelle dorate stanze riservate dell’assemblea. Il centrodestra ha trovato l’intesa su una mossa che ha permesso di evitare i tagli per oltre 200 milioni.
In pratica, viene spalmato in 30 anni l’intero disavanzo da 2,1 miliardi rilevato dalla Corte dei Conti. Per coprire questo debito nella manovra attuale il governo era stato costretto a spostare tutte le risorse disponibili tagliando oltre 200 milioni, quasi 300, in settori come precari, trasporti, consorzi di bonifica, forestali.
La giunta e la sua coalizione hanno invece deciso di spalmare i 2,1 miliardi in 30 anni, sbloccando così subito i pagamenti e cancellando i tagli. La giunta si muove come se a Roma fosse già stata approvata la norma con cui la Regione ha chiesto il “permesso” per fare questa operazione. Norma che invece a Roma finora non è passata. Dunque si tratta di una forzatura, una sfida della Sicilia al governo nazionale. “E’ stata una lunga e controversa maratona d’Aula, ma ci siamo riusciti”, commenta in un post su Facebook l’assessore regionale all’Economia, Gaetano Armao.
L’aula ieri ha ripreso a votare alle 22,30. E subito è stato approvato un articolo di grande importanza. E’ quello che consente la sopravvivenza di Riscossione Sicilia, che in base a una vecchia legge doveva essere chiusa entro la fine del 2018.
Il nuovo termine è quello del 31 dicembre 2019 ma la norma approvata nella notte prevede, a differenza della precedente, che se dovesse fallire l’intesa con lo Stato per far acquisire Riscossione dall’Agenzia delle Entrate allora la Regione deve dar vita a una nuova società partecipata mantenendo la gestione diretta del servizio e salvaguardando i 700 dipendenti.
In un comma successivo, fra le proteste dei grillini, viene previsto che si possano prelevare 20 milioni dal fondo Pensioni della Regione per portare avanti una operazione finanziaria: la Regione venderebbe al fondo alcuni palazzi incassando 20 milioni.Operazione che aveva già tentato senza successo il governo Crocetta, come ha ricordato il grillino Giancarlo Cancelleri.
Approvata una norma che stanzia fondi in favore di un lungo elenco di Comuni.Attingono a questo budget i centri che hanno raggiunto almeno il 65% di raccolta differenziata, i Comuni che hanno vinto il premio Borgo più bello d’Italia, quelli che sono insigniti della bandiera blu per la loro spiaggia e poi i centri storici di Ortigia a Siracusa e Ibla a Ragusa. “Una norma fondamentale – ha detto in aula Anthony Barbagallo del Pd, annunciando il voto favorevole del suo partito -. Ora sarà importante che l’iter burocratico per erogare queste risorse sia rapido a differenza che in passato”.
Passa la norma che permette di proseguire le stabilizzazioni dei precari. E’ stato approvato l’emendamento presentato dall’assessore Bernadette Grasso che consente di superare il parere della Corte dei Conti che ha bloccato la firma di circa 8 mila contratti. Secondo i magistrati contabili, i sindaci dovrebbero riservare la metà dei posti e dei fondi disponibili ad assunzioni di esterni. Con la norma approvata la Regione precisa che ai fini delle stabilizzazioni i sindaci possono impiegare il 100% delle risorse disponibili per trasformare i contratti a tempo determinato in posti a tempo indeterminato. La Regione continua a garantire agli enti locali 180 milioni all’anno per le stabilizzazioni.
La Regione può tornare a concedere tratti di costa. L’assessorato al Territorio potrà rilasciare nuove concessioni per realizzare lidi, bar e ristoranti fino al 2020. E’ stata approvata la norma, una delle più pesanti della Finanziaria, proposta dall’assessore Toto Cordaro ma emendata in modo influente dai grillini che hanno imposto di procedere alle nuove concessioni “con procedura di gara pubblica”. Le nuove concessioni possono essere rilasciate anche nei Comuni che non hanno completato il Pudm, il cosiddetto Piano spiagge.
I prepensionamenti in corso alla Regione possono essere rinviati anche di due anni. E’ stata approvata una norma che consente al governo di spostare in avanti il momento in cui il dipendente, maturati i requisiti, viene autorizzato a lasciare l’ufficio. Finora l’amministrazione aveva un anno di tempo per “liberare” i dipendenti che avessero maturato i requisiti. La nuova norma permette di attendere fino a due anni. A patto però, come hanno chiesto e ottenuto Pd e grillini, ci sia il consenso del dipendente. E’ una norma fatta approvare dall’assessore all’Economia, Gaetano Armao, per bloccare l’esodo in corso dal 2015: “Sta impoverendo l’amministrazione” ha detto Armao in aula. Dal 2015, quando furono introdotti i prepensionamenti in deroga alla legge Fornero, sono già andati via in 3 mila e altri 1.500 dipendenti dovrebbero lasciare l’incarico fra il 2019 e il 2020. Con la nuova norma l’uscita dall’amministrazione potrebbe essere rinviata fino al 2022.
La Regione potrà aumentare i consigli di amministrazione di tutti gli enti pubblici non economici. Lo prevede un comma dell’articolo 52 approvato nella notte all’Ars. E’ un provvedimento molto contestato dall’opposizione. Secondo l’assessore alle Attività Produttive, Mimmo Turano, è una norma necessaria per ampliare il Cda del nascente Irca (l’ente che fonde Ircac e Crias) dando così spazio ai membri scelti dalle organizzazioni di categoria degli artigiani e delle cooperative. Ma il Pd, con Antonello Cracolici, ha rilevato che la formulazione della norma consente la riapertura delle nomine non nel solo Irca ma “in tutti gli enti pubblici non economici, dunque anche all’Esa e agli enti simili. Altro che taglio dei costi… Mentre con la Finanziaria il governo toglie fondi a precari e forestali, aumenta invece i costi dei consigli di amministrazione nominati dalla politica”.
Bocciato invece il comma che avrebbe permesso di retribuire i futuri vertici dell’Irca. Il presidente avrebbe incassato 50 mila euro all’anno, 20 mila gli altri due dirigenti. La norma è stata bocciata col voto segreto.
Il M5s ha diffuso un elenco di norme firmate da loro e approvate: un emendamento a firma di Luigi Sunseri, prevede l’obbligo, per i titolari di impianti di distribuzione di carburante nelle autostrade o nei raccordi autostradali della Sicilia, dell’installazione, entro 12 mesi, di colonnine per la ricarica veloce di auto elettriche.
Approvata la norma (proposta dai deputati Trizzino e Ciancio) sulla certezza dei pagamenti dei professionisti del settore edile. D’ora in poi chiunque vorrà ottenere un titolo edilizio dovrà prima dimostrare di avere pagato l’architetto, l’ingegnere o il geologo cui ha commissionato i lavori.
Anche le imprese innovative che utilizzano la tecnologia di tracciabilità blockchain sono tra quelle a cui destinare interventi di sostegno per l’agevolazione al credito. Questo grazie ad un emendamento a firma di Jose Marano, Valentina Zafarana e Angela Foti, integrato nell’articolo 3 del testo della Finanziaria. Tra le beneficiarie anche le start up e l’imprenditoria femminile.
Un articolo approvato in aula e inserito con un emendamento dal M5S (prima firmataria Gianina Ciancio), consente il rinnovo dei cda dell’Ersu dopo anni di gestione commissariale.
Tra gli altri emendamenti del M5S approvati dall’aula, quello che consente ai parchi archeologici l’utilizzo dei fondi per le campagne di scavi e l’estensione del fondo di progettazione della cassa depositi e prestiti a tutte le stazioni appaltanti del territorio regionale. Entrambi questi emendamenti sono a firma di Di Paola.
Una norma a firma Antonio De Luca corre incontro alle famiglie con soggetti adottati, consentendo la concessione di contributi fino al 50 per cento delle spese sostenute nei due anni successivi all’adozione per le spese sostenute per pagare psicologi, logopedisti, pedagogisti e per l’inserimento sociale e scolastico degli adottati.
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