Armando Siri è fuori dal governo. Il premier Giuseppe Conte gli ha revocato l’incarico dopo un consiglio dei ministri durato due ore e mezza.
Conte conferma le sue motivazioni, la Lega fa muro. Non sono cambiate di una virgola le posizioni sulla vicenda di Armando Siri: dopo quasi 20 giorni di polemiche, è in corso (iniziato con un’ora di ritardo) il consiglio dei ministri che, salvo colpi di scena, sancirà l’uscita del sottosegretario dal Governo. Lo spartito dei lavoro non ha riservato sorprese: a inizio cdm il premier Conte ha portato al tavolo le motivazioni che sono alla base dell’opportunità di revocare l’incarico all’esponente leghista. Subito dopo è iniziato il dibattito: ad illustrare la posizione della Lega al tavolo della riunione è il ministro per la Pubblica Amministrazione Giulia Bongiorno, che già nei giorni scorsi si era spesa per la linea contraria alle dimissioni. Intervento molto duro quello della Bongiorno, almeno a leggere quanto riportato dalle agenzie di stampa.
Prevista per le 9.30, la riunione del governo ha preso il via alle 10.30. Il motivo del ritardo? Il summit dei ministri leghisti convocato nell’ufficio di Giancarlo Giorgetti dal vicepremier Matteo Salvini. I ministri pentastellati, dal canto loro, secondo quanto risulta alle agenzie di stampa avevano già occupato i loro posti nella sala dove si riunisce il Consiglio: tutti presenti tranne Luigi Di Maio, arrivato a Palazzo Chigi di buon ora, prima di Matteo Salvini, entrato nella sede della presidenza del consiglio alle 9.15. Entrambi non hanno rilasciato dichiarazioni ai cronisti, a cui comunque fonti di Palazzo Chigi hanno confermato che non è intenzione del premier Giuseppe Conte chiedere un voto per le dimissioni del leghista accusato di corruzione. Assentigiustificati nel cdm i ministri Giovanni Tria e Enzo Moavero Milanesi, in missione all’estero.
E a consiglio dei ministri in corso, il leader del Carroccio ha reso noto sui social il suo programma di impegni, ovvero un giornata di “intensi contatti internazionali”. Al termine della riunione a palazzo Chigi il leader della Lega incontrerà il ministro degli Esteri brasiliano Ernesto Araujo, il presidente serbo Aleksandar Vucic e il ministro degli affari esteri e la cooperazione internazionale degli Emirati Arabi Uniti, lo sceicco Abdullah bin Zayed Al Nahyan. Salvini avrà inoltre una telefonata con il premier israeliano Benjamin Netanyahu. Il Movimento 5 stelle, invece, continua a battere sul caso Siri. “Faccio un ultimo appello, nelle ultime ore prima del Consiglio dei Ministri, alla Lega, di far dimettere Armando Siri e non arrivare alla conta in Consiglio dei Ministri” si legge in un post del Blog delle Stelle, pubblicato a pochi minuti dall’avvio del consiglio dei ministri. Si tratta delle parole pronunciate ieri sera da Luigi Di Maio: “Io – sostiene il vicepremier pentastellato – non voglio accusare questa o quella forza politica. Voglio fare un appello all’unità: alziamo un muro contro la corruzione, anche nel modo di gestire le nostre forze politiche. Da noi chi sbaglia è fuori in 30 secondi, fate la stessa cosa anche voi! Lo dico al Pd, lo dico a Zingaretti: metta fuori dal suo partito il governatore della Calabria e ne chieda le dimissioni. Lo dico a Forza Italia, di espellere tutti i coinvolti nell’inchiesta di corruzione lombarda. Dico a Fratelli d’Italia di chiarire su questo presunto finanziamento illecito”.
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