L’idea di un comitato di enti e associazioni per rilanciare nel mondo i prodotti tipici siciliani e i territori d’origine.
PALERMO – Un “Distretto unico del cibo” per valorizzare il made in Sicily, salvaguardando l’autonomia, le peculiarità e le prerogative di tutti i prodotti e le filiere coinvolte: la proposta è ambiziosa e il tempo per realizzarla poco, ma è già partita una ricognizione per individuare le potenziali adesioni. Tempi stretti poiché il sito della Regione Siciliana informa che il bando pubblico per il riconoscimento dei Distretti del cibo verrà pubblicato in Gazzetta ufficiale “presumibilmente giorno 10 maggio”; dopo la pubblicazione ci saranno 45 giorni di tempo prima della scadenza.
L’Assessorato regionale dell’Agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea attribuisce ai Distretti del cibo un ruolo strategico per promuovere lo sviluppo territoriale, salvaguardare il paesaggio rurale, favorire l’integrazione tra le diverse attività agricole, agroalimentari, di promozione e salvaguardia complessiva del territorio, e valorizzare le produzioni agroalimentari di qualità; in questo senso, fondamentale sarebbe l’aggregazione delle filiere agroalimentari con imprese di altre filiere produttive. Tutti argomenti di discussione dei componenti del sistema dei Distretti produttivi, del Consorzio di ricerca Coreras, dei Flag (Fisheries local action groups) e dei Gal (Gruppi azione locale) siciliani, col coinvolgimento delle rappresentanze dei Comuni rurali e costieri.
Il comitato promotore per la costituzione del distretto unico comprende diversi enti coinvolti in vari ambiti, e inquadra il Distretto unico del cibo siciliano come strumento di aggregazione: i singoli componenti parteciperebbero sì alle attività di promozione del comparto agroalimentare e turistico in ambito nazionale e internazionale, ma mantenendo il proprio ruolo autonomo di proposizione e coordinamento delle attività di competenza. Come? Per esempio, non puntando più alle singole partecipazioni alle fiere internazionali, ma a compartecipazioni di gruppo che creino una rete fra distretti, sotto il comune denominatore dell’appartenenza siciliana.
“La governance del Distretto unico dev’essere di stampo federativo e cooperativo, e ogni distretto deve mantenere la sua autonomia – ribadisce Gianfranco Badami, presidente del Coreras (Consorzio regionale per la ricerca applicata e la sperimentazione), ente membro del comitato promotore –. Questo sistema metterà insieme ciò che ruota intorno ai distretti singoli, per presentarsi all’esterno con un brand riconoscibile: ‘Made in Sicily’. È una proiezione di una ‘Sicilia 2.0’ – continua – che finalmente potrebbe dar vita a nuove possibilità di sviluppo per piccole realtà con l’obbiettivo di attirare turisti e al contempo pubblicizzare il marchio, creando un circuito virtuoso”.
Con una nota rivolta a tutti gli enti potenzialmente coinvolti, comprese le associazioni dei consumatori, il comitato ha reso noto un calendario di incontri volti a confrontarsi sul tema: il primo a Palermo, il 10 maggio alle 10 presso la sede dell’Esa (Ente per lo sviluppo agricolo) di via Libertà, e a seguire a Catania, il 14 maggio alle 10 presso il Maas (Mercati agro alimentari all’ingrosso Sicilia), e a Barcellona Pozzo di Gotto, il 14 maggio alle 10 presso l’aula consiliare.
Fonte Live Sicilia
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