L’ex presidente del Consiglio di giustizia amministrativa siciliana Raffaele Maria De Lipsis, l’ex magistrato della Corte dei Conti Luigi Pietro Maria Caruso ed il deputato sospeso dell’assemblea regionale siciliana Giuseppe Gennuso, coinvolti nell’inchiesta della Procura di Roma sulle presunte sentenze pilotate, hanno deciso di patteggiare.
Il 26 giugno, nella prossima udienza, il gup di Roma Costantino De Robbio, deciderà se accettare le richieste, intorno ai 2 anni di reclusione, presentate dalle difese degli indagati mentre la quarta persona finita nella bufera giudiziaria, il giudice del Consiglio di Stato Nicola Russo, ha chiesto di essere giudicato con rito ordinario ed il processo avrà inizio il 15 luglio davanti ai giudici della Seconda sezione penale.
Il castello accusatorio poggia prevalentemente sulle rivelazioni di due avvocati siracusani, Piero Amara e Giuseppe Calafiore, coinvolti in altre inchieste per corruzione, che ai magistrati romani hanno svelato l’esistenza di una mazzetta da circa 80 mila euro versata da Gennuso e finita nelle tasche dell’allora presidente del Cga, Raffaele Maria De Lipsis, che, dopo aver accolto un ricorso dell’esponente politico, assistito da Calafiore, in merito alla sparizione dal tribunale di Siracusa delle schede elettorali relative alle regionali del 2012, dispose nell’ottobre del 2014 una mini tornata, in sole 9 sezioni tra Rosolini e Pachino, consentendo a Gennuso di ottenere un seggio all’Ars a scapito dell’attuale sindaco di Priolo, Pippo Gianni.
Fonte TP24
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