Scatta il taglio delle pensioni d’oro per gli ex burocrati dell’Assemblea regionale siciliana. Colpi di scure anche del 40% per i trattamenti economici che superano i 500 mila euro l’anno. Stimato un risparmio di 4,3 milioni ogni anno.
«Grazie al governo nazionale anche l’Ars dovrà applicare il taglio alle pensioni d’oro per il personale in quiescenza. Abbiamo appena approvato quella che sarà una bella sforbiciata fino al 40% alle pensioni che vanno dai 100 mila ai 500 mila euro l’anno. I siciliani risparmieranno 4,3 milioni di euro ogni anno a partire dal 1 gennaio 2019 e fino al 31 dicembre 2023». Lo affermano i deputati regionali del Movimento 5 Stelle, componenti del Consiglio di Presidenza all’Ars, Giancarlo Cancelleri, Salvatore Siragusa e Stefano Zito, dopo il varo della delibera approvata in Assemblea e che prevede il contributo di solidarietà sul trattamento pensionistico corrisposto al personale in quiescenza.
«Abbiamo dato una bella sforbiciata ai privilegi dei burocrati di questo palazzo – spiegano – dall’ex segretario generale, il cui stipendio è sempre stato il ‘quarto segreto di Fatima’, alle varie cariche apicali di questo palazzo. Siamo riusciti a tagliare anche del 40 percento le loro pensioni, con un provvedimento che ci consentirà un risparmio di oltre 20 milioni di euro nei prossimi 5 anni».
Il taglio è proporzionato agli importi delle varie pensioni. Per i trattamenti che vanno dai 100 mila ai 130 mila euro l’anno, sarà del 15% per arrivare al 40% per chi percepisce una pensione che supera i 500 mila euro l’anno. Adesso la battaglia continua per i vitalizi degli ex onorevoli: «Siamo convinti che entro luglio vinceremo anche questa battaglia», concludono i deputati.
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