Esiste un problema politico all’interno della maggioranza all’Ars ma lo stop all’articolo 1 del testo che dovrebbe riformare il sistema dei rifiuti “non pregiudica l’approvazione della legge» i cui contenuti «non sono in discussione tanto che le osservazioni tecniche dell’opposizione riguardano argomenti superati o comunque errati”. Questo il pensiero dell’assessore regionale all’ambiente Alberto Pierobon che ha parlato di quanto accaduto in Aula e della bocciatura dell’articolo 1 del ddl sui rifiuti a margine della firma di un protocollo di intesa con i Lions all’Hotel San Paolo di Palermo. L’invito dell’assessore è quello di continuare a lavorare sulla norma che serve a sanare un sistema «pieno di falle, buchi, problemi che vanno risolti a livello di sistema». Ma dalle opposizione chiedono un maggiore confronto e un «atteggiamento meno aggressivo» da parte dell’esecutivo.
Sono diversi i punti che l’assessore tiene a sottolineare. Tra questi c’è anche l’ammontare dei debiti (2 miliardi di euro) che si teme possanno affossare i Comuni dell’Isola. Pierobon evidenzia come «nei mesi scorsi ho inviato una proposta di legge a tutti i deputati per risolvere a livello nazionale il problema». «Il legislatore regionale non può intervenire con norme di natura civilistica», sostiene Pierobon, «perché detta competenza è riservata in via esclusiva al legislatore statale. Nel Ddl è stata inserita, su iniziativa parlamentare, una norma che assegna il coordinamento delle liquidazioni alla Regione e, per essa, all’Ufficio speciale per la chiusura delle liquidazioni. Non è possibile intervenire ulteriormente». Inoltre l’assessore ricorda come «piano rifiuti e ddl sono due cose diverse e sono indipendenti. Il piano fissa la cornice, stabilisce metodiche, prima differenziata spinta, impianti pubblici e attua direttive europee della circular economy, il ddl invece ridisegna la governance allineandola al resto d’italia e accogliendo indicazioni anac e corte dei conti».
«È soprattutto il piano che delinea le procedure per l’individuazione degli impianti, ma è anche vero che il ddl prova a fare chiarezza a livello normativo cercando per esempio di mettere in trasparenza la gestione degli impianti: i privati in sostanza non potranno chiudere quando vogliono ma solo con manutenzione programmata o con guasti comprovati», aggiunge, «questo è un aiuto in tema di umido nelle more che nascano nuovi impianti pubblici che sono in corso di realizzazione». Infine Pierobon contesta quanti dicono che il ddl non ha risvolti concreti «assolutamente sbagliato, la legge ha riflessi sulla gestione e dunque sul servizio oltre che sui costi, perché rendendo i territori autosufficienti riduci i viaggi, riduci anche impatto ambientale, aumenti poteri di controllo con le Ada che sono enti pubblici, introduci nuovi meccanismi di gestione che rispetto alla vecchia normativa danno maggiori garanzie e vantaggi finanziari ai Comuni».
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