Anche a Calatafimi Segesta per la giornata di martedì 12 novembre e giovedì 14 novembre verrà sospesa la raccolta dell’organico. Continuano i problemi con la raccolta dei rifiuti in tutti i Comuni dell’isola a causa della mancanza di impianti disponibili per il conferimento dell’organico.
Dopo l’impianto di trattamento di Bellolampo, quello di Marsala e quello Terrasini che ha diminuito l’attività per problemi tecnici; anche la discarica di Catania ha dapprima chiuso e poi limitato i conferimenti a causa di problemi non meglio specificati.
Una situazione che sta mettendo in ginocchio i Comuni siciliani. A tale quadro vanno aggiunti i ritardi registrati nella consegna del progetto esecutivo del nuovo impianto di compostaggio previsto a Calatafimi, oltre alla riapertura del Polo tecnologico di Castelvetrano, che secondo le previsioni sarebbe dovuta avvenire già un mese fa e che invece non aprirà prima di fine anno; due opere dal grande valore strategico, il cui sblocco darebbe una bella boccata d’ossigeno alle amministrazioni, ma specialmente ai cittadini.
Nel mentre all’Ars va in scena l’assurdo spettacolo della riforma dei rifiuti impallinata dal fuoco incrociato di opposizione e franchi tiratori della maggioranza, nei territori si allunga l’ombra di una nuova crisi. Perché nell’Isola dell’emergenza perenne, basta la chiusura di un impianto o il rifiuto di una ditta per far saltare tutto l’ingranaggio.
Grazie al lavoro dell’Amministrazione Comunale, Calatafimi Segesta è tra le Città riuscite a ridurre al minimo i danni. Ad Alcamo, nel comune guidato dal sindaco Domenico Surdi, la differenziata è passata dal 70 al 30 per cento in pochi mesi: “Conferiamo l’organico insieme all’indifferenziato, accollandoci le multe imposte dalle discariche. Non possiamo permetterci – dice Surdi – che finisca per le strade”. A Marsala, 85 mila abitanti, la raccolta è sospesa in periferia, ma non al centro storico: “Non si può chiedere ai cittadini di tenere l’umido dentro casa per una settimana – tuona il sindaco Alberto Di Girolamo – anche noi stiamo cercando operatori per portarlo fuori dalla Sicilia”. Il primo cittadino di Campobello di Mazara, Giuseppe Castiglione, parla di rischio igienico-sanitario e punta il dito contro il governo regionale: “Da un lato ci impone di raggiungere la percentuale di almeno il 65 per cento di differenziata, minacciando diffide, dall’altro non ci dà la possibilità di garantire un servizio efficace ed efficiente”.
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