Il premier Giuseppe Conte ha firmato il nuovo decreto del presidente del Consiglio dei ministri (dpcm) con le misure per il contenimento dei contagi da Coronavirus (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI – LO SPECIALE). Il decreto “recepisce e proroga alcune delle misure già adottate per il contenimento e la gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19 e ne introduce ulteriori, volte a disciplinare in modo unitario il quadro degli interventi e a garantire uniformità su tutto il territorio nazionale all’attuazione dei programmi di profilassi” (LO SPECIALE DI SKY TG24 – LA MAPPA DEL CONTAGIO – LE FAQ DEL MINISTERO). L’Italia viene divisa in tre zone geografiche di intervento, almeno fino all’8 marzo. Introdotta la regola “droplet” per tenere distanza di un metro in zone pubbliche. Oltre alle misure previste per la zona rossa (in Lombardia i comuni di Bertonico, Casalpusterlengo, Castelgerundo, Castiglione D’Adda, Codogno, Fombio, Maleo, San Fiorano, Somaglia, Terranova dei Passerini; in Veneto il comune di Vò) e la zona gialla (L’Emilia Romagna, la Lombardia, il Veneto, le province di Pesaro e Urbino, Savona), si aggiungono previsioni per tutto il territorio nazionale.
Regola “droplet”: distanza di un metro
Con il provvedimento appena entrato in vigore in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, a Savona e Pesaro-Urbino si introduce la regola “droplet”, affinché venga garantita la distanza tra le persone di almeno un metro l’una dall’altra in tutti i bar, ristoranti, pub, negozi, musei e chiese (COSA SIGNIFICA). In questi luoghi l’apertura di locali pubblici è ora “condizionata” a modalità che evitino assembramenti. Il termine inglese “droplet” si può tradurre letteralmente con “gocciolina” ma in realtà indica il criterio di tenersi alla giusta distanza affinché le “goccioline di saliva” che disperdiamo nell’aria, starnutendo e tossendo, ma anche soltanto parlando, non arrivino agli altri. E quindi per consentire di riaprire i luoghi attualmente chiusi per precauzione, dalle scuole alle chiese, dai bar ai cinema, la parola d’ordine sarà proprio questa. La distanza è calcolata in almeno un metro di distanza. L’indicazione, sotto un profilo medico potrebbe fornire i sufficienti margini di sicurezza per contenere i contagi da coronavirus ma, commentano in molti, anche alcuni sindaci, non è per niente facile da osservare.
La zona rossa
Le misure di contenimento del virus nella zona rossa sono: divieto di allontanamento da parte di tutti gli individui presenti; il divieto di accesso, la sospensione di manifestazioni e iniziative, la chiusura delle scuole, la sospensione dei viaggi d’istruzione, la chiusura dei musei e degli altri istituti culturali, la sospensione dell’attività dei pubblici uffici (salvo per i servizi essenziali), la sospensione delle procedure concorsuali, la chiusura di tutte le attività commerciali ad esclusione di quelle di pubblica utilità, la sospensione dei servizi di trasporto, la sospensione delle attività delle imprese ad esclusione di quelle che erogano servizi essenziali.
La zona gialla
In questi territori sono sospesi gli eventi e le competizioni sportive. Il decreto però consente lo svolgimento delle competizioni a porte chiuse. Inoltre, è fatto divieto di trasferta ai tifosi residenti nelle stesse regioni e province per la partecipazione ad eventi e competizioni sportive che si svolgono nelle restanti parti d’Italia. Sospese anche tutte le manifestazioni di carattere “non ordinario” comprese quelle di carattere culturale, ludico, sportivo e religioso (cinema, teatri, discoteche e simili). Le scuole di ogni e grado resteranno chiuse. I concorsi pubblici sono sospesi. Si introduce la regola ‘droplet’, affinché venga garantita la distanza tra le persone di almeno un metro l’una dall’altra in tutti i bar, ristoranti, pub, negozi, musei e chiese. In questi luoghi l’apertura di locali pubblici è ora “condizionata” a modalità che evitino assembramenti. Ci sarà una limitazione dell’accesso dei visitatori alle strutture di degenza. Sono sospesi i congedi ordinari del personale sanitario e tecnico. Ad essere coinvolti dai nuovi provvedimenti sono anche i comprensori sciistici nelle zone più colpite dal coronavirus, che resteranno aperte ma a condizione che il gestore provveda a limitare l’accesso agli impianti di trasporto – funicolari, funivie o cabinovie – con una presenza massima di persone pari ad un terzo della capienza. La chiusura di palestre, centri sportivi, piscine, centri culturali e ricreativi riguarda invece la sola Regione Lombardia e la provincia di Piacenza mentre almeno fino al prossimo week end, nelle province di Bergamo, Lodi, Piacenza e Cremona è prevista anche la chiusura dei negozi all’interno dei centri commerciali e dei mercati, ad esclusione dei punti vendita di generi alimentari e farmacie.
Il resto del territorio nazionale
Misure di prevenzione saranno affisse in tutte le scuole di ordine e grado. Soluzioni disinfettanti per l’igiene delle mani saranno messe a disposizione negli edifici della pubblica amministrazione e nei locali aperti al pubblico. I sindaci promuoveranno la diffusione delle informazioni nei locali commerciali. Le aziende di trasporto pubblico adottaranno interventi straordinari per la sanificazione. Nelle procedure concorsuali saranno adottate misure per ridurre i contatti tra i candidati. Chi a partire dal 14 febbraio sia tornato dalla Cina o dalla zona rossa italiana deve fornire comunicazione alla propria Asl. Vengono agevolate forme di telelavoro. Tutti i viaggi di istruzione sono sospesi fino al 15 marzo.
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