Ingegneri, matematici, informatici, esperti di diritto. Sono questi alcuni dei profili professionali destinati a fare ingresso nella pubblica amministrazione, attraverso il piano di reclutamento previsto dal decreto approvato dal consiglio dei Ministri. Il via libera al provvedimento, che regola le nuove assunzioni nella Pa, rappresenta il terzo tassello, insieme al decreto sulla governance e sulle semplificazioni, necessario all’innesco del Pnrr, quel piano che garantirà all’Italia oltre 200 miliardi di euro nei prossimi cinque anni. Oltre al varo del decreto per le assunzioni, ieri a Palazzo Chigi è stata approvata la norma ponte che fa scattare l’assegno unico per i figli dall’1 luglio, in attesa della riforma che entrerà in vigore dal prossimo gennaio. Ma a caratterizzare i prossimi mesi saranno soprattutto le procedure semplificate e i nuovi meccanismi di reclutamento (non dissimili da quelli adottati nel settore privato) per avviare nell’apparato della pubblica amministrazione oltre 24 mila assunzioni a termine da qui al 2026.
«Ci saranno 500 assunzioni per rendicontare quello che spenderemo, perché se non lo rendicontiamo bene l’Europa non ci dà i soldi», spiega Renato Brunetta, ministro per la Pubblica Amministrazione, sottolineando l’arrivo di ingegneri, matematici e informatici. Nuove risorse destinate a incarichi non dirigenziali con un’assunzione a tempo determinato, attraverso un concorso rapido. In particolare, 80 nuovi assunti saranno dirottati alla Ragioneria generale dello Stato, che per l’attività di monitoraggio e rendicontazione potrà avvalersi anche di dieci esperti, oltre che di sette posizioni dirigenziali destinate alla direzione delle Ragionerie territoriali di Milano, Venezia, Bologna, Roma, Napoli, Bari e Palermo. Nel provvedimento è, tuttavia, previsto che in caso di «motivate esigenze» possano essere assunti ulteriori 300 figure tecniche per assicurare i processi e le attività collegate alla governance del Recovery plan, portando così il totale a 800. Complessivamente il piano punta a reclutare nell’arco di un quinquennio 24 mila persone: un migliaio destinato agli enti locali «nella gestione delle procedure complesse», 268 alla transizione digitale, 67 all’Agenzia per l’Italia digitale, 16.500 all’ufficio del processo per la riduzione dell’arretrato e 5.410 unità di personale amministrativo alla giustizia.
L’obiettivo è disporre di personale per rispettare i tempi e le modalità di realizzazione degli oltre 300 programmi di investimento previsti dal Pnrr. Un piano complessivo di reclutamento che fino all’ultimo ha creato fibrillazione all’interno del governo, con tanto di competizioni tra ministri per assicurarsi la «conquista» di nuovo personale all’interno dei rispettivi ministeri. Non a caso, il consiglio dei Ministri ieri sera è stato sospeso per fare fronte alla richiesta di maggiore personale al ministero della Transizione ecologica, avanzata dal ministro Roberto Cingolani. Richiesta rinviata per essere accolta in un successivo decreto ad hoc, che dovrebbe tenere conto anche del personale di Sogesid (società in house del ministero).
Nel frattempo, in veste di titolare della Pubblica Amministrazione il ministro Brunetta rivendica:«Non ci saranno assalti alla diligenza, non ci saranno emendamenti creativi ma tutto il governo vigilerà e semmai migliorerà la sua natura per la realizzazione del Pnrr». E proprio parte delle risorse del Pnrr serviranno per l’assunzione di personale destinato a realizzare i progetti del piano.
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