Includendo anche over 80, ospiti Rsa e operatori sanitari la platea sale a 9 milioni di italiani. Nel 2022 si penserà al resto della popolazione
È partito il conto alla rovescia per la terza dose a nove mesi dall’avvio della campagna che ha visto le prime iniezioni a fine dicembre del 2020 e ha già immunizzato almeno con una dose l’82% degli over 12 in Italia.
Priorità agli «immunocompromessi»
Si comincerà già da fine mese con i cosiddetti «immunocompromessi» (pazienti fragili e trapiantati) per poi passare ad over 80, ricoverati nelle Rsa e personale sanitario che si è vaccinato per primo. In tutto una prima platea di circa 9 milioni di italiani a cui poi seguiranno quasi sicuramente tutti gli altri – con tempi e modi ancora da definire – anche perché sulla necessità di un richiamo generalizzato a tutta la popolazione gli esperti, al momento, hanno opinioni differenti.
Verso il modello «misto» hub-medici di famiglia
Per la terza dose con i vaccini Pfizer e Moderna – «ce ne sono a sufficienza», ha detto lunedì il commissario Figliuolo – ci saranno ancora i grandi hub vaccinali anche se in prospettiva si andrà verso un modello di logistica «misto» affiancando sempre di più medici di famiglia e pediatri ai maxi centri.
Attesa per i pareri di Aifa e Ema
L’Aifa già ha sul tavolo della Cts, la commissione tecnico scientifica dell’Agenzia del farmaco, il dossier e dovrebbe pronunciarsi al massimo entro giovedì – senza dunque aspettare l’Ema che invece si pronuncerà tra qualche settimana – quando consegnerà il suo parere al ministero della Salute. Che a sua volta sta limando i numeri sulla platea di italiani che allungherà già a fine settembre il braccio per la terza volta per ricevere quella che viene definita la dose «booster»: i primi candidati sono innanzitutto i pazienti fragili e immunodepressi per circa 3 milioni di italiani, come ha indicato ieri lo stesso commissario Figliuolo.
Si parte con 3 milioni di «fragilissimi»
In questo elenco ci sono anziani con pluripatologie, pazienti con malattie respiratorie, cardiocircolatorie e neurologiche. E poi diabietici, malati con fibrosi cistica e insufficienza renale oltre a pazienti con malattie autoimmuni, epatiche, cerebrovascolari, oncologiche e del sangue. Infine rientrano tra i fragili anche i trapiantati, i grandi obesi e i malati di Hiv. Per questa categoria le prime iniezioni dovrebbero partire come detto a fine mese visto che per molti di questi malati come a esempio i pazienti oncologici il calo dell’immunità avviene già a partire da 4 mesi dalla vaccinazione. A chiamare i pazienti «fragilissimi» per la terza dose saranno le strutture sanitarie che li hanno in carico per gli altri invece si passerà per gli hub e gli studi dei medici di famiglia.
Dopo la categoria degli «immunocompromessi» toccherà in autunno agli over 80 che sono 4,4 milioni – parte di questi sono però ricompresi tra i pazienti fragili – e gli ospiti e il personale delle Rsa (570 mila persone) e infine gli operatori sanitari (circa 1,9 milioni). Per un totale di circa 9 milioni di italiani.
Terza dose a tutti nel 2022
Per il resto della popolazione bisognerà aspettare il 2022 e il via libera sembra abbastanza scontato: «Perché la terza dose non è qualcosa di eccezionale ma in vaccinologia è lo standard. In chi ha risposto male alle prime 2 dosi aiuta a far partire la risposta, mentre in chi ha risposto bene serve a prolungare la memoria immunologica», spiega Sergio Abrignani, immunologo dell’Università di Milano e membro del Cts. Quello che non è ancora chiaro sono soprattutto i tempi: al momento l’Ema, l’Agenzia europea del farmaco, che sta valutando il via libera alla terza dose Pfizer ha sottolineato più volte che non c’è nessuna urgenza per un richiamo a tutta la popolazione.
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