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Sicilia, pronta la Finanziaria da 360 milioni: dovrebbe salvarsi la Fondazione Orestiadi

By   /  13 Giugno 2014  /  No Comments

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PALERMO – La manovra adesso necessità di qualche piccolo aggiustamento. Poi arriverà all’Ars. La giunta di governo ieri ha di fatto dato il via libera alla Finanziaria “vera”, dopo l’approvazione della manovrina che aveva consentito di garantire gli stipendi fino a fine mese.

La nuova manovra “peserà” 360 milioni di euro. Soldi che, spiega l’assessore all’Economia Roberto Agnello, “sono il frutto delle sentenze della Corte costituzionale che hanno portato a un ‘recupero’ per la Sicilia di circa mezzo miliardi di euro”. Somme che, puntualizza Agnello, non sono più soltanto affidate il frutto di quelle sentenze, ma anche di un passaggio formale col Ministero dell’Economia. Insomma, per l’assessore “si tratta di somme certe”. Inoltre verranno anche recuperate altre somme grazie ad ulteriori tagli a capitoli di bilancio. Tra questi, quelli che riguarderanno l’Ars, il cui stanziamento dovrà “dimagrire” di 7,5 milioni per quest’anno e 20 milioni per il prossimo.

Così, di quel mezzo milione, circa 360 milioni verranno utilizzati per “spesa corrente”. Vale a dire, nella maggior parte, per garantire gli stipendi a migliaia di lavoratori siciliani. Dai Forestali ai dipendenti di Esa, Eas, Consorzi di bonifica ed enti collegato alla Regione. “Tra l’altro – aggiunge Agnello – abbiamo deciso di riproporre la logica della Finanziaria ‘impugnata’, ripresentando molte delle norme che allora erano state cassate dal Commissario dello Stato”. In particolare, la giunta ha deciso di inserire anche nella nuova Finanziaria le norme sul credito alle imprese che vede protagonista l’Irfis e quella – richiesta anche dai renziani del Pd – che dovrebbe favorire il graduala “alleggerimento” del peso precariato, prevedendo, nel caso di imprese destinatari di appalti e forniture pubbliche, l’utilizzo per una auota del 20%, di precari regionali.

Norme – come anche quella sul reddito minimo garantito – che torneranno nel nuovo testo. Già, perché stavolta qualcosa sarebbe cambiato. Circa 250 milioni verranno accantonati nel Fondo sui residui attivi. Per rispondere così alle tante sollecitazioni avanzate anche dalla Corte dei conti. Ma prima di pagare stipendi e sistemare il “Fondo rischi”, il governo utilizzerà i soldi a disposizione per sbloccare gli accantonamenti previsti dal cosiddetto “allegato 2” della Finanziaria impugnata. Tra le voci, circa 80 milioni destinati ai Comuni e poi interventi legati al ricovero dei minori, alle comunità alloggio per i disabili psichici, quasi 12 milioni destinati alle società partecipate, e soldi destinati ai precati.

Ma a proposito di allegati, la nuova Finanziaria servirà anche per garantire tutti quegli enti e Fondazioni previsti dal cosiddetto “Allegato 1”. Una sorta di “ex Tabella H”. Il governo avrebbe individuato un elenco di enti storici ai quali assicurare il contributo dalle Orestiadi di Gibellina, a Taormina Arte (il finanziamento per questi eventi era ‘spuntato’ anche nella manovrina) e la Fiumara d’Arte.

 

Fonte -#quellocheso-

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