Bastavano due dita sulla fronte e il gioco era fatto. Era questa la tecnica utilizzata da Goku, il personaggio protagonista della saga di Dragon Ball, per teletrasportarsi in qualsiasi parte dell’Universo. Chi di noi non l’ha mai desiderato?! Immaginare i Caraibi e ritrovarcisi teletrasportati un’istante dopo.
Da sempre il teletrasporto ha fornito un’accesa dialettica fra i fisici quantistici, oltre che tra tutti noi profani. Chi si ritiene possibilista, chi, invece, esclude tassativamente che in futuro la materia possa essere decomposta, teletrasportata e ricomposta. Roba da fantascienza, o quasi. Da oggi, però, tutto questo è diventato realtà… almeno fra due computer.
Ad annunciarlo un articolo apparso recentemente su Science, una delle riviste internazionali più prestigiose in campo scientifico. Utilizzando due chip composti da nanocristalli di diamanti, conservati nell’elio liquido, ed un raggio laser, i ricercatori sono riusciti ad inviare informazioni quantistiche tra atomi e dispositivi allo stato solido con una qualità pari al 77% rispetto all’origine. I due computer si trovavano ad una distanza reciproca di circa tre metri.
I risultati della prova, condotta da un gruppo di ricercatori internazionali, coordinati da Ronald Hanson dell’Università Tecnologica di Delft (Olanda), darebbero importanti indicazioni per la costruzione di futuri computer che sfrutterebbero la fisica quantistica per interagire tra loro. Secondo i ricercatori questo potrebbe essere il primo passo, almeno in linea teorica, verso il teletrasporto di oggetti e/o persone. Una realtà oggi ancora molto lontana ma che, negli anni ’60, veniva già immaginata nei telefilm di Star Trek.
“Questo studio dimostra che la tecnologia quantistica non è solo una teoria” spiega Massimo Inguscio, presidente dell’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica di Torino, “ma potrebbe rappresentare una rivoluzione, come lo è stato il laser nel secolo scorso”.
Gaetano Pisano
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