I mega schermi rimandano palle di fuoco, la musica annuncia Simpathy For The Devil. “Ladies and gentlemen, the Rolling Stones!”. È buio ormai quando al Circo Massimo l’enorme palco si illumina e Keith Richards irrompe in scena con un ruggito della sua Fender, il riff immortale di Jumpin’ Jack Flash, seguito da Mick Jagger, Ron Wood, Charlie Watts e tutti gli altri musicisti della tour band. È difficile resistere alla tentazione di pensare che i Rolling Stones non abbiano stretto un patto con il diavolo. Già, perché ce l’hanno fatta ancora. Il Circo Massimo è già di per se uno spettacolo, con 70 mila persone che si godono la serata perfetta. Il mondo si evolve alla velocità della rete ma loro, dopo 50 anni di carriera, restano la band che detiene stabilmente i record del box office. E il mega show di ieri sera è già entrato nella classifica dei più grandi incassi della storia per un singolo concerto.
“Ciao Roma, ciao Italia!” urla Mick Jagger. La partenza è di quelle mozzafiato. Subito It’s only Rock Roll. Poi la band cavalca l’entusiasmo tenendo alto il ritmo con Let’s Spend The Night Togetheter. Ancora Mick: “Che bello stare a Roma di nuovo! Che posto meraviglioso il Circo Massimo!”. Getta via la giacca dorata e resta in maglia e pantalone nero. Quindi, la virata romantica di Streets Of Love. Arriva anche l’atteso pronostico. “L’Italia vincerà il Mondiale. Con l’Uruguay penso che vincerete 2-1”. Attenzione, perché prima nel 1982 e poi nel 2006 Mick Jagger ci prese.
È inutile negarlo. Il fascino che emanano questi quattro settantenni (Ronnie Wood, il più giovane, ha 67 anni) è incomparabile. Sulla scena i ruoli sono delineati alla perfezione: Mick Jagger è l’incarnazione del patto con il diavolo, i suoi coetanei, invece, fanno i conti con le cartelle cliniche e al massimo si concedono una partita a golf o a tennis. Quando Mick percorre saltellando la lunga passerella che si incunea in profondità tra il pubblico, la folla è come percorsa da un brivido animale che viaggia sottopelle. Sparge carisma su un palco grande come un campo da calcio, dimostrando semplicemente di essere uno dei più grandi performer della storia. Keith Richards è il grande sopravvissuto, protettore di tutti i fattoni, l’uomo che ha riassunto nei riff la furia del rock. Charlie Watts è un discepolo di Charlie Parker prestato al rock’n’roll, una sfinge british indifferente a gran parte delle cose che gli accadono attorno perché consapevole di essere insostituibile. Ronnie Wood è il fratello di sangue di Richards, uno che la sa così lunga da essere diventato quello che tiene cucita la musica sul palco, soprattutto ora che Keith perde colpi.
La scaletta dei concerti degli Stones concede poche sorprese. Un brano a sera viene scelto dai fan. Stavolta tocca a Respectable. Ovviamente, i super classici ci sono tutti. Start Me Up, Miss You, Honky Tonk Women, Sympathy For The Devil, Brown Sugar, Tumblin’ Dice. I Rolling Stones sono in grande forma. Questa è, musicalmente parlando, la loro tournée migliore da molto tempo a questa parte. Richards si concede due brani da cantante, You Got The Silver e Can’t Be Seen, quasi a ribadire che per i vecchi pirati del rock il tempo del ritiro è ancora lontano.
La serata è da brividi, lo spettacolo è memorabile. Il Circo Massimo, traboccante di gente di ogni età in festa, è una meraviglia. Non è un caso che gli Stones lo abbiano ripreso con l’obiettivo di realizzare un dvd. E quando, dopo You Can’t Always Get What You Want, sulla folla arriva il riff di Satisfaction il cerchio si chiude su questa notte romana di magia. La città eterna e i Rolling Stones. Difficile immaginare un modo migliore per celebrare ancora una volta la più grande rock band della storia.
Gaetano Pisano
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