Qualche settimana fa, precisamente il 2 giugno, era l’anniversario della morte di Rino Gaetano, uno dei cantautori più emblematici e di spicco del panorama italiano. Come spesso capita a moltissimi cantanti anche lui ci lascia prematuramente all’età di 31 anni, forse anche per questo la carica dei suoi testi e delle sue canzoni è diventata immortale, nacque infatti a Crotone nel 1950 e morì a Roma nel 1981. “Autore di canzoni graffianti e appassionate, paladino del Sud e degli sfruttati, nemico giurato di tutti i politici, Rino Gaetano è uno dei songwriter di culto della scena italiana. Ha cantato un’Italia grottesca negli anni della tensione e delle P38. Dopo la sua morte, le sue canzoni sono state riscoperte negli anni e saccheggiate senza ritegno. Ma la denuncia sociale celata dietro l’ironia delle sue filastrocche resta ancora attualissima” (Emanuele Tirelli; Fiabe amare di un cantastorie). Il cantautore non dimenticherà mai le sue origini che ne caratterizzano i testi e i toni della sua musica, ricordato per la sua voce spigolosa e sincera che rispecchia fedelmente i messaggi e le idee che lui vuole lanciare al suo pubblico.
Perchè ritengo importante il lavoro del cantautore calabrese?
Si potrebbe rispondere a questa domanda facendo un inquadramento storico: il nostro Rino vive in un periodo in cui l’Italia sta vivendo profondi cambiamenti, oltre che essere minata da grandi eventi che trasformeranno in chiave storica, economica e sociale il nostro belpaese. Quindi conoscere Rino aiuta a conoscere e capire un po’ meglio l’Italia di quell’epoca, aiuta a comprendere meglio le sue frasi forti e a volte scomode per l’italiano medio, perbenista, credente in valori inesorabilmente futili. Forse questo è il motivo principale per cui non riesce sin da subito ad imporsi nel panorama italiano e ci vorrà la spinta sanremese nel 1978 ad aiutarlo nella definitiva consacrazione. Ma come tutti i vincenti, le leggende che rimarranno nella storia, lascia il palcoscenico della vita tre anni dopo senza che la carica e la spinta delle sue idee potessero maturare e perdere magari forza.
Uno dei testi più emblematici è Ma il cielo è sempre più blu. Una premessa è d’obbligo: il grande successo di Rino Gaetano, oltre che dalla sua immensa maestria e genialità nel saper scrivere, è dovuto dall’essere accompagnato da un brillante gruppo di musicisti che riuscivano ad incastrare per bene i testi a livello musicale rendendoli dei veri e propri capolavori. Il testo, scritto nel 1975, è alquanto semplice e ridondante ma racchiude al suo interno la ripetitività della vita quotidiana e racconta le mille sfaccettature e contraddizioni della società del tempo, ma che possono benissimo rappresentare le problematiche dei nostri giorni. Il titolo inoltre potrebbe farci credere che sia una canzone allegra ed ottimistica, ma è effettivamente così? La quasi rabbiosa ripetitività del testo coadiuvato da un Rino Gaetano in certi momenti esasperato potrebbero invece convincerci che non è così; che la nostra vita è inesorabile e che nonostante le miriadi di vicende, buone o cattive che siano, che coinvolgono tutti noi il cielo è sempre più blu, in definitiva un Giovanni Verga degli anni settanta. Qui sotto il testo della canzone:
Chi vive in baracca, chi suda il salario
chi ama l’amore e i sogni di gloria
chi ruba pensioni, chi ha scarsa memoria
Chi mangia una volta, chi tira al bersaglio
chi vuole l’aumento, chi gioca a Sanremo
chi porta gli occhiali, chi va sotto un treno
Chi ama la zia chi va a Porta Pia
chi trova scontato, chi come ha trovato
na na na na na na na na na
Ma il cielo è sempre più blu uh uh, uh uh,
ma il cielo è sempre più blu uh uh, uh uh, uh uh…
Chi sogna i milioni, chi gioca d’azzardo
chi gioca coi fili chi ha fatto l’indiano
chi fa il contadino, chi spazza i cortili
chi ruba, chi lotta, chi ha fatto la spia
na na na na na na na na na
Ma il cielo è sempre più blu uh uh, uh uh,
ma il cielo è sempre più blu uh uh, uh uh, uh uh…
Chi è assunto alla Zecca, chi ha fatto cilecca
chi ha crisi interiori, chi scava nei cuori
chi legge la mano, chi regna sovrano
chi suda, chi lotta, chi mangia una volta
chi gli manca la casa, chi vive da solo
chi prende assai poco, chi gioca col fuoco
chi vive in Calabria, chi vive d’amore
chi ha fatto la guerra, chi prende i sessanta
chi arriva agli ottanta, chi muore al lavoro
na na na na na na na na na
Ma il cielo è sempre più blu uh uh, uh uh,
ma il cielo è sempre più blu uh uh, uh uh,
ma il cielo è sempre più blu
Chi è assicurato, chi è stato multato
chi possiede ed è avuto, chi va in farmacia
chi è morto di invidia o di gelosia
chi ha torto o ragione,chi è Napoleone
chi grida “al ladro!”, chi ha l’antifurto
chi ha fatto un bel quadro, chi scrive sui muri
chi reagisce d’istinto, chi ha perso, chi ha vinto
chi mangia una volta,chi vuole l’aumento
chi cambia la barca felice e contento
chi come ha trovato,chi tutto sommato
chi sogna i milioni, chi gioca d’azzardo
chi parte per Beirut e ha in tasca un miliardo
chi è stato multato, chi odia i terroni
chi canta Prévert, chi copia Baglioni
chi fa il contadino, chi ha fatto la spia
chi è morto d’invidia o di gelosia
chi legge la mano, chi vende amuleti
chi scrive poesie, chi tira le reti
chi mangia patate, chi beve un bicchiere
chi solo ogni tanto, chi tutte le sere
na na na na na na na na na
Ma il cielo è sempre più blu uh uh, uh uh,
ma il cielo è sempre più blu uh uh, uh uh, uh uh..
Qua trovate il link per youtube, ricordiamoci infatti che è pur sempre una canzone e che la sua maggior efficacia la si ha ascoltandola!
Elio Gerbino
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