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Ars, via libera al tetto agli stipendi Sarà di 240 mila euro all’anno

By   /  25 Giugno 2014  /  No Comments

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Appena ieri, gli uffici legislativi del parlamento siciliano avevano bocciato l’articolo 7 della finanziaria ter che prevedeva il testto di 160 mila euro agli stipendi dei dirigenti dell’Assemblea regionale sicilia. Norma proposta dal governo qualche settimana fa quando quel tetto era stato imposto ai dirigenti della presidenza della Regione e da lì in poi, il governatore Crocetta ha puntellato di continui richiami anche la presidenza dell’Ars e l’ufficio di presidenza perché adeguassero a questa soglia anche i salari dei dirigenti dell’assemblea regionale.

 

Oggi, dopo lo ‘schiaffo’ di ieri a Crocetta, arriva la decisione dell’ufficio di presidenza del parlamento siciliano guidato da Giovanni Ardizzone: il tetto c’è ma è di 240 mila euro all’anno. La riunione convocata per deliberare il recepimento e le modalità “di applicazione del decreto Renzi” è cominciata all’ora di pranzo ed ha approvato la delibera col voto unanime di tutti i presenti tranne il deputato Pd, Antony Barbagallo che sostiene la linea del governatore Rosario Crocetta. Resta così il dislivello fra i trattamenti stipendiali dei funzionari dell’Ars e di palazzo d’Orleans.

 

Non previsti nella delibera dell’ufficio di presidenza tetti intermedi per le figure di assistente parlamentare, coadiutore o stenografo, come invece era stato previsto in un primo momento.

Ad essere colpito, fra gli altri, il segretario generale dell’Ars, Sebastiano Di Bella contro cui più volte il governatore Crocettasi è scagliato sostenendo che venga stipendiato con un salario annuale superiore a quello del segretario generale dell’Onu.

 

La decisione è arrivata dopo settimane di trattative sindacali con gli stessi burocrati, ma oggi, in realtà, nessuno di loro si sarebbe aspettato una decisione in questo senso. Non perché contrari ai tagli, ma perché qualsiasi modifica ai contratti – spiegano alcuni di loro – deve avvenire per legge con l’accordo tra le parti. E la delibera di oggi, i funzionari, non la riconoscono. Qualcuno spiega, infatti, che la trattativa in realtà non si era ancora conclusa, e che la decisione di chiudere oggi con la vicenda del contenimento dei costi del personale dirigenziale dell’Ars l’avrebbe presa il consiglio in modo autonomo e unilaterale.



Il deputato Questore Paolo Ruggirello, nel frattempo, avrebbe ricevuto il mandato di definire meglio gli aspetti tecnici della delibera con il sindacato dei funzionari, ma loro non ci stanno, e annunciano che non si presenteranno più al tavolo della trattativa. I deputati del consiglio di presidenza, intanto, spiegano che il “nodo” sarebbe stato quello dell’aggiunta del termine “omnicomprensivo” alla cifra che pone il limite alla retribuzione annua dei dirigenti. I funzionari, insomma sarebbero stati favorevoli ad una soluzione che non intaccasse i loro bonus.



Ma la decisione presa è inderogabile. E lo chiarisce anche una nota della presidenza dell’Assemblea, che scrive: “Nel rispetto della Costituzione italiana e dello Statuto siciliano, il consiglio di presidenza ha deliberato in 240 mila euro ominicomprensivi l’anno il tetto massimo delle retribuzioni dei dirigenti del parlamento siciliano, parametro previsto dal decreto Renzi. Pur consapevoli che si sarebbe potuto fissare un tetto più alto, così come la stessa normativa nazionale consente per gli organi di rilevanza costituzionale, quale l’Ars, – spiega il presidente dell’Assemblea, Giovanni Ardizzone – si è ritenuto opportuno concorrere alla riduzione della spesa pubblica”.



Nessuna presa di posizione rispetto alla retribuzione del segretario generale. Al momento, quella del grand commis di Palazzo dei Normanni è la busta paga più alta, calcolata addirittura in base ad un tabellare differente. Ma Sebastiano Di Bella andrà in pensione il primo agosto, data a partire dalla quale la delibera entrerà in vigore. E da allora – dice qualche deputato – la figura del segretario generale potrebbe essere totalmente rivista.

Fonte -LV-

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