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Don Librizzi: “Era un intoccabile e un impunibile”

By   /  25 Giugno 2014  /  No Comments

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Minacciati alcuni testi durante le indagini. Nella rete dei complici ci sarebbero agenti delle forze dell’ordine. Intanto citato come teste il vicario della Diocesi, don Liborio Palmeri

Per la magistratura trapanese che indaga sulle presunte malefatte del direttore della Caritas diocesana, don Sergio Librizzi, arrestato ieri dalla sezione di pg della Forestale, accusato di violenza sessuale, concussione e tentata concussione, non è un semplice sospetto il fatto che a molti era notorio il comportamento del sacerdote. Nell’ordinanza firmata dal gip Emanuele Cersosimo ad un certo punto questa convinzione è messa nera su bianco e in più si fa riferimento a testi minacciati e intimiditi e alla “corte di potenti” che avrebbe “coperto” il sacerdote. Non solo soggetti anche qualificati della Diocesi ma anche uomini delle istituzioni: “…dalle indagini è emerso come fatto inconfutabile e notorio come il Librizzi sia detentore di una posizione di grande potere e che lo stesso sia strettamente legato ai soggetti più potenti di Trapani… Librizzi risulta essere unico ed incontrastato dominus di una complessa e articolata rete di cooperative, Iipab e società attraverso le quali gestisce in regime monopolistico non solo i centri di accoglienza per extracomunitari ma anche l intero universo del lavoro ad esso collegato generando e gestendo risorse e lavoro… holding finanziata con denaro pubblico che gestisce per intero il business dell’assistenza ai migranti…. i pochi coraggiosi che hanno avuto la forza di tentare di opporsi alle sue reiterate malefatte hanno subito (da soggetti terzi, diversi dal Librizzi ndr) intimidazioni, minacce, vere e proprie aggressioni”. Malefatte denunciate alle forze dell’ordine: “ i quali hanno invitato i soggetti che si erano rivolti loro a non sporgere denuncia e di mettere tutto a tacere con il chiaro effetto di creare intorno al Librizzi l’aura di soggetto intoccabile e impunibile”.

La storia da oggi è su tutti i giornali. Favori sessuali come tangenti. Il contraccambio era il nulla osta come rifugiato politico. Don Librizzi era tanto riconosciuto come “autorità” nel campo dell’accoglienza da essere nominato rappresentante del Comune di Trapani nella commissione prefettizia che concede agli immigrati l’asilo politico. Incarico tutt’ora mantenuto. Componente supplente fanno sapere dalla prefettura, ma agli atti di indagine viene registrata come costante la sua presenza sui luoghi operativi della commissione (come il Cie di Milo o il centro di Salinagrande). A suo tempo, sin dal 2011, il Comune di Trapani aveva designato Librizzi come supplente dell’allora portavoce del sindaco Fazio, Cinzia Bizzi. In commissione anche la dirigente comunale Rita Scaringi. Sfruttando questo incarico don Sergio Librizzi avrebbe agito per le sue malefatte. Prove schiaccianti contro di lui. Intercettazioni, ma non solo. Nell’ordinanza di 400 pagine sono riportati i contenuti delle intercettazioni , incredibili scene boccaccesche.

A completare anche i racconti di chi per ottenere lo status di rifugiato ha detto di avere dovuto “offrire” la propria mano al sacerdote o di avere dovuto “accettare” la sua. Sono otto le violenze sessuali contestate, le vittime tutti uomini e maggiorenni. Episodi risalenti al 2009, l’ultimo è del maggio scorso. Il sistema per carpire “obbedienza” era sempre lo stesso: “io sono una persona importante, faccio parte della commissione…posso farti avere tutto facile o posso rendere tutto più difficile….tu che mi dai?”. C’era chi acconsentiva. C’è stato chi è fuggito via. O chi è stato trovato in stato confusionale: “sono andato a chiedere una coperta a don Sergio e mi ha violentato”. Fin troppo spavaldo in una occasione don Sergio non avrebbe mancato di fare esplicite avances sessuali nei confronti di un tunisino, testimone una interprete. Fatto avvenuto all’interno del Cie di Milo durante uno di quegli “interrogatori” che i componenti della commissione autonomamente svolgono per poi riferire all’intera commissione che deve deliberare. “Tu parli con me e poi io dico alla commissione la tua storia”. Nel frattempo però, per come riferito dalla teste che, ha detto ai pm, con una scusa fu allontanata dalla stanza dallo stesso Librizzi, il sacerdote si sarebbe avvicinato al soggetto, un tunisino, accarezzandolo, anche sotto la maglietta, passando un dito sulla bocca. Gli sono stati sequestrati pc e denaro. E’ finita trascritta anche la parte finale di una telefonata con un ignoto interlocutore (nulla a che vedere con l’indagine) durante la quale don Sergio si è palesato interessato alla politica: “D’Alì ci vuole mettere la Cardinale?…minchia”. Don Sergio si occupava anche di politica e questo lo avrebbe portato nella commissione: pare designato a suo tempo dal sindaco di Trapani Fazio. Ma anche l’attuale sindaco Damiano avrebbe confermato la scelta. Circostanza che non è stato possibile appurare. A parte pubblichiamo però i decreti di nomina registrati sul sito della conferenza Stato Regioni da dove scaturiscono le nomine della commissione per i rifugiati.

In attesa che don Librizzi venga sentito dal gip, il suo difensore è l’avvocato Donatella Buscaino. L’interrogatorio è previsto tra domani e venerdì. Oggi pomeriggio invece ci sarà un teste eccellente a salire le scale del Tribunale. Per oggi pomeriggio è stato citato dai pm come teste l’attuale vicario della Diocesi di Trapani, don Liborio Palmeri. Don Sergio Librizzi era stato avvertito a stare attento da un altro prete trapanese, don Piero Messana, “..devi guardarti dal di dentro Sergio…c’è gente che dice cose e le giura pure”, lui rispondeva con sfottò “minchia allora sistemato sono…veramente”.

Fonte -Alqh-

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