Via libera del governo al piano di edilizia scolastica, fortemente voluto dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi. “Si tratta della costruzione di nuovi edifici scolastici o di rilevanti manutenzioni, grazie alla liberazione di risorse dei comuni dai vincoli del patto di stabilità per un valore di 244 milioni (#scuolenuove) e del finanziamento per 510 milioni dal Fondo di sviluppo e coesione, dopo la delibera CIPE del 30 giugno, per interventi di messa in sicurezza (#scuolesicure), di decoro e piccola manutenzione (#scuolebelle)” spiega, con tanto di hashtag, una nota di Palazzo di Chigi.
Pare dunque che le direttrici sulle quale realizzare i lavori siano tre: intervenire sulle scuole esistenti con piccoli aggiustamenti o con più corpose manutenzioni e destinare una parte delle rimanenti risorse alla costruzione ex novo di nuovi istituti.
Anche i miliardi impiegati dovevano, a dire il vero, essere tre. E invece, leggendo gli importi messi a disposizione dal governo, si nota che le tranche sono di 400 milioni per #scuolenuove, di 500 milioni per #scuolesicure e di 150 milioni per #scuolebelle. Il tutto, quindi, supera di poco il miliardo di euro. Eppure molti esponenti del PD e lo stesso presidente Renzi avevano assicurato, in più occasioni, e a cominciare dal discorso di insediamento del premier, che i miliardi messi sul piatto per riqualificare le fatiscenti scuole italiane sarebbero stati tre e mezzo. Ma tant’è.
Per quanto riguarda i tempi, invece, il sottosegretario all’Istruzione Roberto Reggi ha assicurato che “gli interventi in alcuni casi sono già partiti, in altri stanno partendo o sono in procinto di partire“. Ma, ha continuato Reggi, “il vero lavoro dell’unità di missione parte adesso, per controllare che i tempi non siano rallentati come sempre da intoppi burocratici e amministrativi: stavolta a obiettivi precisi si danno risposte precise, e le verifiche saranno sia di carattere economico che strutturale”.
Da un punto di vista organizzativo, fondamentale è risultato e risulterà il ruolo dei sindaci che avevano risposto all’appello del marzo scorso, segnalando interventi di edilizia scolastica immediatamente cantierabili e finanziabili completamente con fondi propri e quelli per i quali invece si è dovuto sbloccare il patto di stabilità.
Infine, si è badato anche alla trasparenza: pubblicati sul sito del governo gli oltre ventimila interventi di edilizia scolastica sbloccati e indicati la natura e i costi di ciascun intervento.
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