Oggi l’India e gli Stati Uniti hanno una relazione salda, basata su una serie di accordi di cooperazione economica, militare, strategica e culturale. Ma non è stato sempre così.
Prima di ottenere l’indipendenza dalla Gran Bretagna, attraverso un lungo processo di risveglio dell’identità nazionale conclusosi solamente il 15 Agosto del 1947, i rapporti tra gli Stati Uniti e l’india erano ridotti al minimo. Una loro intensificazione si registrò durante la seconda guerra mondiale, quando l’India venne utilizzata dai soldati a stelle e strisce come base di appoggio per muovere guerra contro il “vicino” Giappone.
Durante gli anni della guerra fredda la situazione non migliorò; gli Stati Uniti, infatti, siglarono una serie di accordi con il Pakistan, acerrimo rivale dell’India, permettendogli addirittura di entrare nel blocco dei paesi occidentali. L’india, di contro, fu uno dei promotori e primi firmatari del Movimento dei paesi non allineati, un’organizzazione internazionale composta da tutti quegli Stati che non si considerano allineati con o contro le principali potenze mondiali.
Fino al 1998 i rapporti tra India e Usa furono caratterizzati da una certa staticità, finché il primo ministro indiano, Atal Bihari Vajpayee, autorizzò una serie di test nucleari. Gli Stati Uniti richiesero un immediato intervento del Consiglio di sicurezza affinché applicasse delle sanzioni economiche contro l’india, colpevole di aver minacciato la pace internazionale. Nessuno Stato, ad eccezione del Giappone, interruppe le sue relazioni economiche con l’India che non fu dunque danneggiata in alcun modo dalle azioni degli Stati Uniti.
Nel marzo del 2000 l’allora Presidente degli Stati Uniti, Bill Clinton, visitò l’india e intraprese una lunga serie di colloqui con il primo ministro indiano, al termine dei quali venne istituito il Forum India-Usa per la Scienza e la Tecnologia. A partire da quel momento le relazioni tra i due Stati non fecero altro che migliorare. Nel 2005 venne siglato un “accordo cieli aperti” il quale, oltre a prevedere un’apertura totale dei collegamenti tra le compagnie indiane e americane, conteneva un meccanismo per poterlo approfondire ulteriormente su aspetti quali la proprietà delle compagnie aeree. Tra il 2005 e il 2008 gli accordi bilaterali tra India e Stati Uniti si triplicarono, soprattutto grazie all’adozione di politiche comuni in materia di sicurezza energetica, lotta al terrorismo internazionale, reazione ai cambiamenti climatici. Nel 2010 il nuovo Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, appoggiò apertamente la rivendicazione dell’India ad ottenere un seggio permanente nel Consiglio di sicurezza.
Oggi i rapporti tra India e Stati uniti sono più importanti che mai, non soltanto per il benessere economico generato dagli scambi commerciali tra le due nazioni, ma soprattutto perché la loro alleanza può controbilanciare l’evidente avvicinamento tra Russia e Cina. Il 21 maggio scorso, infatti, Cina e Russia hanno siglato uno storico accordo sulla fornitura di gas. In base ad esso il Cremlino si impegna a fornire al Governo cinese 38 miliardi di metri cubi di metano all’anno, attraverso un gasdotto di 2.200 metri, ancora da costruire, che correrà dalla Siberia alla Cina orientale. Nel 2013 l’interscambio tra Russia e Cina ha raggiunto quota 90 miliardi di dollari, sestuplicando il valore raggiunto appena dieci anni prima. L’accordo sul gas è stato seguito prima da un pacchetto di 49 accordi bilaterali, in materia di aereonautica, high-tech, cooperazione energetica; poi da un’esercitazione militare congiunta che ha consolidato l’intesa tra i due Stati anche su un piano bellico.
Dal canto loro gli Stati Uniti e l’India hanno un invidiabile valore di interscambio pari a 100 miliardi di dollari, il cui ulteriore incremento è frenato dall’assenza di un trattato bilaterale sugli investimenti. Dal punto di vista militare, esercitazioni congiunte sono state portate avanti da India e Stati Uniti fin dal “lontano” 2001, quando a seguito dell’attentato terroristico alle torri gemelle le due nazioni inviarono i propri soldati a pattugliare l’Oceano Indiano, dal Canale di Suez a Singapore, in una congiunta operazione antiterrorismo.
Questa “seconda guerra fredda” tra Russia e Stati Uniti, originatasi a causa della diversa posizione assunta dalle due superpotenze intorno al conflitto siriano, e intensificatasi durante la recente crisi ucraina, sembra aver ricreato quella contrapposizione tra blocco sovietico e paesi occidentali che ha caratterizzato gli anni successivi alla seconda guerra mondiale. L’india, nonostante la sua posizione geografica, potrebbe essere determinante in questa “guerra delle alleanze” che la Russia e gli Stati Uniti stanno combattendo ormai da diversi anni.
Fonte: IBT