Brucia dentro tutto, ti accorgi che la storia si ripete sempre, che l’uomo fa grandi passi avanti ma dimostra anche di non saper imparare dai propri errori…
In Ucraina sta nascendo un inquietante ibrido tra 11 settembre e guerra fredda (speriamo che non pensino di costruire un muro perché altrimenti dovranno andare in Cina a studiare la grande muraglia! E alcuni miei colleghi appena tornati da la non mi hanno detto che sia sta grande bellezza l’estremo oriente). In Israele un territorio che potrebbe tranquillamente accontentare tutti, si perché non è ne troppo ad occidente ne troppo ad oriente sta la al centro geometrico, è dilaniato da una interminabile battaglia stile crociate. Come si dice “gli opposti si attraggono” ma fino adesso è una fatale attrazione dove una delle due parti deperisce con il passare dei giorni e l’altra diventa sempre più una faccia corrotta, schiava di quella stessa arma che qualche decennio prima la stava quasi per fare scomparire. Renzi poi si dis-gela (si Gela questo nome mi è familiare) e cerca un tavolo di trattative con il M5S per l’italicum…intanto però l’emendamento sul Jobsact starà li bello vergine a godersi il falò estivo (speriamo che non si scotti troppo! Anche quella potrebbe essere un’attrazione fatale!). E torniamo a Gela in una situazione mondiale non felice c’è una cosa che ti colpisce più di tutti: morire mentre stavi facendo il tuo lavoro per tentare di racimolare qualche gruzzolo e continuare a vivere con dignità. Sembra quel pazzo di Bologna di cui parlava Guccini,
ma questi non stavano facendo un atto dimostrativo bensì operavano per sistemare qualcosa che andava mantenuta e resa efficiente. “Travolti dal treno Licata-Gela mentre stavano lavorando sui binari” dice il notiziario. Sembra banale ma questo mi ha dato l’incipit per incominciare questa riflessione, perché mentre per le altre tristi notizie c’è un’altra via un’altra possibile soluzione, qui si parla di pura ed inoppugnabile fatalità. Non voglio concludere con grandi parole o frasi altisonanti per chiudere il pezzo, faccio solo un grande saluto a quei tre fratelli che sono morti per il loro lavoro!
Elio Gerbino
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