Ci sono molti modi per celebrare l’anniversario di un grande evento storico come lo sbarco sulla Luna. Il deputato del MoVimento 5 Stelle Carlo Sibilia, come potete vedere dal tweet in testa all’articolo, ha scelto il modo peggiore: continuare a dar voce all’assurda teoria secondo la quale l’intera missione Apollo 11 non fu altro che una messinscena organizzata dagli Stati Uniti a scopo propagandistico. “Oggi si festeggia anniversario sbarco sulla Luna. Dopo 43 anni ancora nessuno se la sente di dire che era una farsa…“, ha scritto Sibilia sul suo account Twitter, scatenando immediatamente una serie di risposte tra il sarcastico e l’infuriato. Qualche ora dopo ha addirittura peggiorato la situazione: anziché ritrattare, ha addirittura rincarato la dose con un altro tweet.
Al di là del fatto che l’onorevole M5S dimostri di avere anche qualche difficoltà in matematica (lo sbarco sulla Luna è del 1969, e quindi sono passati 45 anni e non 43) la teoria del “complotto lunare” è stata smentita talmente tante volte che riesce difficile credere che qualcuno (specialmente un laureato in biotecnologie come Sibilia) possa ancora darvi credito.
Nei giorni scorsi abbiamo voluto raccontarvi in modo approfondito tutta l’impresa dell’Apollo 11: siamo partiti dal lancio della missione, avvenuto il 16 luglio 1969 dal Kennedy Space Center in Florida; siamo passati dal viaggio di tre giorni e mezzo dalla terra alla Luna; infine, vi abbiamo raccontato la storia del “balzo da gigante per l’umanità” di Neil Armstrong. Chiunque, analizzando la cronaca di quei giorni, può rendersi conto da solo che degli uomini, 45 anni fa, hanno davvero messo piede sulla Luna.
I primi sproloqui sul falso allunaggio dell’Apollo 11 iniziarono nel 1976, con la pubblicazione di un libro di Bill Kaysing intitolato Non siamo mai andati sulla Luna: la truffa americana da 30 miliardi di dollari (We Never Went to the Moon: America’s Thirty Billion Dollar Swindle). A supportare le sue teorie c’era il fatto che Kaysing aveva lavorato per Rocketdyne, l’azienda che costruì i motori F-1 del razzo Saturn V utilizzato nel programma Apollo.
Secondo queste teorie, l’allunaggio fu riprodotto in uno studio cinematografico, con la sponsorizzazione di Walt Disney, grazie ad un copione scritto dall’autore di fantascienza Arthur C. Clarke, il tutto diretto da Stanley Kubrick. Il regista di Arancia Meccanica e Full Metal Jacket sarebbe stato spinto ad entrare nel progetto a causa delle minacce della CIA: se non lo avesse fatto, sarebbe stato rivelato il coinvolgimento del fratello Raul con il Partito Comunista degli Stati Uniti.
Una storia indubbiamente affascinante, se non fosse che Kubrick non aveva alcun fratello di nome Raul. Per la precisione, non aveva proprio alcun fratello, ma solamente una sorella minore. Inoltre, Kaysing non era più un dipendente Rocketdyne dal 1963, anni prima dei voli del programma Apollo, ed il suo ruolo in azienda non era scientifico, ma di supervisione nella stesura dei manuali tecnici. Nulla di stupefacente, dal momento che era un linguista e non un ingegnere.
Nel suo libro Kaysing espose quelle che, secondo lui, erano le prove del fatto che le immagini inviate dalla Luna tra il 20 ed il 21 luglio 1969 sarebbero state fasulle. Molte di quelle teorie sono ancora oggi considerate valide dai sostenitori del complotto lunare, nonostante i punti esposti negli anni siano stati sistematicamente ed incontrovertibilmente smentiti.
Per darvi un’idea di quale sia il livello del libro, basti dire questo: secondo Kaysing, tra il 16 ed il 24 luglio del 1969 Armstrong, Aldrin e Collins non si sarebbero trovati in volo tra la Terra e la Luna, ma a Las Vegas. In incognito nella capitale mondiale del gioco d’azzardo, i tre astronauti (che in quel momento erano probabilmente gli uomini più famosi del pianeta) avrebbero trascorso il loro tempo prima di simulare il rientro giocando alle slot machine e godendo delle “attenzioni” di numerose prostitute. No, non è uno scherzo: c’è scritto davvero.
Andare ad analizzare tutti gli elementi della teoria del complotto lunare sarebbe molto lungo, dal momento che per smontare pezzo per pezzo le innumerevoli tesi proposte nel corso degli anni scienziati ed appassionati di tutto il mondo hanno prodotto una mole enorme di prove e dimostrazioni che testimoniano come 45 anni fa Neil Armstrong ed Edwin Aldrin abbiano in effetti passeggiato nel Mare della Tranquillità.
Nel caso foste interessati ad approfondire l’argomento, vi consigliamo di leggere il libro Luna? Sì, ci siamo andati di Paolo Attivissimo, nel quale il debunker smonta una ad una tutte le tesi della messinscena lunare. Il libro è anche disponibile gratuitamente in PDF ed EPUB. Un piccolo esempio relativo ad una delle “accuse” complottiste (“Perché la bandiera oscilla se si trova nel vuoto?”) può essere visto nel video sottostante.
In alternativa, sulla Wikipedia in italiano (o ancora meglio su quella in inglese) si può leggere un lunghissimo elenco delle prove indipendenti, raccolte ed analizzate da scienziati di tutto il mondo, sugli allunaggi delle missioni Apollo.
Alcuni anni fa fu chiesto a Gene Kranz, direttore delle operazioni di volo alla NASA nel periodo delle missioni Apollo, quale fosse a suo parere la miglior prova da fornire agli scettici per dimostrare che l’uomo fosse veramente sbarcato sulla Luna: “Credo ci siano molti modi per rispondere. Gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica avevano iniziato una corsa allo spazio molto serrata. Credete davvero che avremmo potuto convincere i sovietici se l’allunaggio non fosse mai avvenuto?”, fu la sua risposta.
“I resti del suolo lunare sono stati inviati ai laboratori di tutto il mondo”, proseguì Kranz. “Credete che avremmo potuto convincere gli scienziati di tutto il mondo? Credete che avremmo potuto convincere i mezzi di informazione di tutto il mondo? I media internazionali sono i migliori detective, e non avremmo potuto convincerli. Quindi, considerando i sovietici, gli scienziati e i media, direi che questa è la mia risposta”.
La realtà è che una cospirazione del genere avrebbe avuto bisogno della complicità di un numero enorme di persone, tutte indistintamente pronte a portarsi questo enorme segreto fin nella tomba.
James Longuski, professore di ingegneria aeronautica ed astronautica della Purdue University, stimò che un complotto del genere avrebbe dovuto coinvolgere le 400.000 persone che hanno lavorato al programma Apollo (sia per la NASA che per le aziende appaltatrici), i 12 astronauti che hanno camminato sulla Luna e gli altri 6 che hanno orbitato intorno al satellite come piloti dei moduli di comando. Secondo Longuski, per la NASA è stato molto più semplice atterrare realmente sulla Luna di quanto non lo sarebbe stato organizzare un complotto di queste dimensioni.
Nonostante la completa mancanza di qualsivoglia fondamento logico o scientifico, queste teorie continuano ancora oggi a riscuotere un certo successo, e purtroppo alcuni dei cospirazionisti non trovano a volte di meglio da fare che importunare i protagonisti delle storiche imprese delle missioni Apollo. È il caso di Bart Sibrel, teorico del complotto che, dopo aver affrontato Buzz Aldrin dandogli del “codardo”, del “bugiardo” e del “ladro”, si beccò un destro da KO in piena faccia dal secondo uomo ad aver camminato sulla Luna.
Fermo restando che la violenza sia una reazione sbagliata, è comunque giustificato pensare che il pugno di Aldrin abbia procurato una certa soddisfazione a tutte le persone che negli ultimi 45 anni non si sono fatte abbindolare dalle sciocche favolette del complotto lunare.
calatafimisegestanews
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