La nuova linfa vitale dell’economia e della società digitale“. Non ha usato mezze misure il commissario europeo all’Agenda Digitale Neelie Kroes quando, alla presentazione dell’accordo di cooperazione nella ricerca sul 5G siglato tra Unione Europea e Corea del Sud, ha cantato le lodi di quello che sarà lo standard delle comunicazioni del futuro.
Il passaggio dal 3G al 4G, il massimo standard attuale, fu un miglioramento nettissimo in termini di velocità di connessione: servizi di streaming in HD, come ad esempio Netflix, sarebbero virtualmente inaccessibili con il 3G. Ma il 5G sarà qualcosa di più che un “semplice” passo in avanti dal punto di vista della velocità.
Ovviamente, il nuovo standard di connessione permetterà prestazioni straordinarie anche da questo punto di vista: poco più di un anno fa Samsung, promettendo che questa tecnologia sarà a disposizione del pubblico entro il 2020, aveva annunciato risultati straordinari nei suoi test condotti sul 5G.
Con un trasmettitore montato sul muro esterno di un palazzo in cemento ed un ricevitore in movimento, con parte dell’edificio a bloccare il segnale, la tecnologia era in grado di trasmettere dati fino a 256 megabit/secondo senza alcun errore, e fino a 512 megabit/s con errori trascurabili. Se si considera che il limite massimo teorico per il 4G LTE è di 75 megabit/s, si può perfettamente capire come si stia parlando di una rivoluzione in termini che forse oggi, quando mancano ancora svariati anni al nuovo standard, sono persino difficili da comprendere.
Ma, come detto, la velocità è tanto ma non è tutto: “Se si dice che la velocità è ciò che abbiamo davvero bisogno di migliorare col 5G, si sta mancando il punto. All’utente finale non importa molto della velocità, ma ciò di cui ha bisogno l’applicazione che stanno utilizzando“, ha spiegato a Business Insider Tod Sizer, vice-presidente del Wireless Research Program agli Alcatel-Lucent Bell Labs. “Ciò che stiamo progettando oggi è qualcosa che sia in grado di supportare un centinaio di migliaia di dispositivi in una determinata area. Crediamo che nel futuro ogni persona avrà da 10 a 100 dispositivi che dovranno funzionare per lui”.
La vera rivoluzione del 5G sarà infatti la capacità di supportare un grosso numero di dispositivi diversi nello stesso momento: non solo smartphone e tablet, quindi, ma anche tecnologia indossabile come i Google Glass, o i sempre più diffusi smartwatch, fino a tutti i dispositivi smart per l’automazione domestica che presto saranno una presenza diffusa nelle nostre case. Si tratta in effetti di quello che potrebbe essere considerato il più deciso passo in avanti verso il modo nel quale, fino a qualche anno fa, avremmo descritto come un “futuro iper-tecnologico”.
Un altro elemento che il 5G migliorerà in modo significativo è quello della costanza del segnale che collega il dispositivo al server dal quale riceve le informazioni: pur essendo un aspetto relativamente poco importante quando si tratta dell’invio di una mail testuale o di una pagina web, una connessione end-to-end ottimale è indispensabile per funzioni come una video-chiamata o la visualizzazione di un video, magari in HD.
Tra l’altro, migliori prestazioni in termini di connessione end-to-end, unite ad un’ottimizzazione del modo nel quale i dispositivi scambiano dati con i server, permetterebbe anche di migliorare in modo significativo di migliorare l’autonomia della batteria, un aspetto considerato fondamentale praticamente da chiunque utilizzi un dispositivo mobile.
Questa sorta di paradiso tecnologico non è però ancora a portata di mano: secondo Sizer l’impiego del 5G dovrebbe partire nel 2020, mentre per un’adozione diffusa dovremo attendere il 2025. Ma a spingere in avanti lo sviluppo ci sono le grandi aziende, che credono nel nuovo standard di connessione al punto da aver messo sul piatto cifre nell’ordine delle centinaia di milioni di dollari.
Come spesso accade negli ultimi tempi a tirare il gruppo ci sono i colossi dell’Asia Pacifica, come Corea del Sud (col governo di Seoul che ha stanziato 1,5 miliardi di dollari per la creazione di un network 5G), Cina (con 600 milioni investiti da Huawei) ed il Giappone. Ma anche il resto del mondo non sta rimanendo certo a guardare: l’Europa è perfettamente in corsa grazie ad una partnership pubblica-privata sul 5G, che prevede un investimento di 700 milioni di Euro nei prossimi sette anni, che diventeranno oltre 3 miliardi di euro grazie ai contributi delle aziende.
“Le persone nate nel 2000 non hanno mai conosciuto un mondo nel quale condividere un telefono con la propria sorella, e nel quale non si potesse avere accesso a qualsiasi informazione si voglia semplicemente raggiungendo la propria tasca”, spiega Sizer. “E quindi è per queste persone, che non hanno mai conosciuto un mondo nel quale non si fosse sempre connessi, che stiamo progettando la prossima generazione”.
Fonte: IBT