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Il bando-beffa del ministero della Cultura: vuoi lavorare? Pagaci

By   /  29 Luglio 2014  /  No Comments

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Il ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, presieduto dal Dario Franceschini (PD), l’ha fatta grossa. In un bando pubblicato sul proprio sito agli inizi di luglio (ora rimosso), il MIBACT ha lanciato una selezione volta a ricercare persone “singole o associate (associazioni culturali, singoli artisti, complessi) per la realizzazione di eventi culturali (musica, teatro, danza, letteratura, etc.) presso i luoghi di eccellenza della cultura“, in occasione della manifestazione nazionale “Notti al Museo”, che prevede l’apertura serale dei musei italiani.

Scopo dell’iniziativa ministeriale – come dichiarato al punto 1 del bando – è quello di “promuovere la creatività italiana in alcuni dei luoghi della cultura più significativi, contribuendo, altresì, a potenziare l’offerta in occasione delle aperture notturne e ad attrarre, di conseguenza, un numero più ampio di visitatori attraverso altre espressioni d’arte”.

 

Fin qui, nulla di male, anzi. Allo sventurato artista o operatore dello spettacolo scappa quasi un sorriso di felicità, visto il periodo nerissimo per chi vive di cultura nel paese primo al mondo per quantità di opere d’arte (oltre 3.400 musei, circa 2.100 aree e parchi archeologici e 43 siti Unesco).

 

Le magagne, però, vengono subito al pettine, basta avventurarsi nella lettura. Già al punto 2 si fa un espresso riferimento all’assoluta gratuità del lavoro: “Il presente Avviso è rivolto a persone fisiche e giuridiche che intendano realizzare eventi culturali a titolo gratuito in favore del Ministero, ad esclusione di organizzazioni partitiche o politiche”. Più chiaro di così: lavori gratis per il ministero e ottieni visibilità. Un modo per “fare curriculum”, si direbbe al giorno d’oggi.

 

Già a questo punto sale l’amarezza per il nostro artista che magari sognava di sbarcare finalmente il lunario. Ma, si dirà, lavorare gratis è sempre più frequente, magari può veramente servire per “entrare nel giro”. Peccato che i punti 6 e 6.1 aggiungano la beffa al danno. Articolo 6: “Il proponente dichiara di essere in possesso di adeguata polizza assicurativa di responsabilità civile per danni a persone e cose, esibendone copia a richiesta dell’Amministrazione”.

 

Con il solito linguaggio giuridico-politichese, il ministero dice agli aspiranti partecipanti di munirsi a spese proprie di un’assicurazione professionale, che tuteli persone e cose da eventuali danni arrecati dalla sua presenza e/o esibizione. Curioso: un evento curato e organizzato dal ministero, per il quale viene indetta una selezione pubblica, non fornisce di assicurazione a coloro che si candidano a tale selezione?

 

Ma è il secondo articolo – il 6.1 – che fa traboccare il vaso: “Il proponente si impegna ad osservare tutte le norme che disciplinano la realizzazione di eventi, attività culturali, spettacoli da svolgersi in luogo in pubblico e/o aperto al pubblico”. Le “norme che disciplinano la realizzazione di eventi, attività culturali e spettacoli” non sono altro che quelle imposte dalla SIAE (Società italiane autori ed editori) per il pagamento dei diritti d’autore.

 

In pratica, per partecipare ad eventi e iniziative culturali il candidato deve anche pagare il diritto d’autore in quanto proponente di quelli stessi eventi, con tariffe fisse che variano dai 73,40€ ai 425,80€. Non si dica, quindi, che lo Stato italiano non si preoccupa di creare lavoro per i  cittadini italiani: basta che paghino e di lavoro ce n’è eccome.

Fonte: IBT

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