Le chiacchiere stanno a zero e sui numeri si può anche bluffare, ma fino ad un certo punto. Il governo è stato protagonista di una magra figura sul decreto PA che il Parlamento è chiamato a convertire in legge entro i prossimi giorni (decade il 24 agosto). Sulla capacità di spesa aveva ragione Carlo Cottarelli, commissario alla spending review. Ora qualcuno in seno al governo e alla maggioranza, dal premier Renzi alla presidente della Commissione Bilancio Francesco Boccia, dovrebbe cospargersi il capo di cenere.
IL DECRETO – Circa 4mila insegnanti, che avevano maturato i requisiti per la famosa quota 96, erano stati ‘stoppati’ dalla riforma Fornero del dicembre 2011. Nel decreto sulla Pubblica Amministrazione erano state inserite alcune norme che prevedevano la copertura dei pensionamenti per i 4mila, il pensionamento d’ufficio per i professori universitari a 68 anni, l’incremento delle “pensioni di reversibilità per gli invalidi del terrorismo” e “la cancellazione delle penalizzazioni per l’accesso alla pensione”.
LA RAGIONERIA DI STATO – Sulle coperture dei 4mila ‘esodati’ con il sistema utilizzato nel decreto PA, si era già espressa la Ragioneria di Stato a marzo, bocciando le intenzioni di un disegno di legge presentato dal Partito Democratico: “Non è idonea una copertura di oneri certi con economie di entità incerta”.
COTTARELLI – Una volta arrivato il decreto sulle PA e inserite le norme citate sopra, il commissario alla revisione di spesa Carlo Cottarelli aveva palesato tutte le sue perplessità. “Si sta diffondendo la pratica di autorizzare nuove spese indicando che la copertura sarà trovata attraverso future operazioni di revisione della spesa o, in assenza di queste, attraverso tagli lineari delle spese ministeriali….Ora questa pratica sembra sia utilizzata per finanziare il pensionamento di alcuni lavoratori arrivati alla cosiddetta “quota 96” (una combinazione tra età e anni di servizio) e tenuti in servizio in base alle regole di pensionamento vigenti….Il totale delle risorse che sono state spese prima di essere state risparmiate per effetto di queste decisioni ammonta ora 1,6 miliardi per il 2015. Intendiamoci: tecnicamente, la copertura c’è. Ma questa è in realtà costituita da tagli lineari perché la promessa di future operazioni di revisione della spesa non può essere accettata come copertura sul piano giuridico… Significa che le risorse che deriveranno dalla revisione della spesa per il 2015 non potranno essere usate per la riduzione della tassazione (o del deficit o per effettuare altre spese prioritarie). Oppure che si dovranno attivare i sopracitati tagli lineari. Credo sia una tendenza preoccupante perché continuando così nuove spese saranno finanziate o tramite risparmi che non sono stati ancora approvati a livello politico o attraverso i famigerati tagli lineari che la revisione della spesa vorrebbe evitare“.
In sostanza il ragionamento del commissario era: stiamo ‘occupando’ risorse che non abbiamo ancora risparmiato e andiamo a pagare spesa con tagli di spesa, mentre le risorse andrebbero impiegate per la riduzione della tassazione.
LE REAZIONI DI RENZI E DI BOCCIA – Il Presidente del Consiglio aveva liquidato le perplessità del commissario e le voci sulle sue possibili dimissioni: “La spending si fa anche senza Cottarelli“. Fu molto duro Francesco Boccia (PD), già ‘padrino della Web Tax’, presidente della Commissione Bilancio alla Camera: “Trovo inammissibile che o dal Mef o addirittura dal commissario alla spending review debba arrivare al Parlamento un richiamo su un meccanismo che ha utilizzato proprio il Governo. Quel meccanismo di copertura è il meccanismo su cui si basa la riforma della pubblica amministrazione. Che Cottarelli lo abbia scoperto solo sulla quota 96 è abbastanza inquietante. È la politica che decide se far entrare 4.000 giovani insegnanti oppure no. Cottarelli stia sereno su pensioni e spesa. Su tutto il resto aspettiamo i risultati da lui annunciati in Parlamento“.
LA RETROMARCIA DEL GOVERNO – Dopo queste uscite, ecco arrivare la conferma che la critica di Cottarelli non poggiava sul nulla. Il governo ha annunciato che sono stati presentati 4 emendamenti soppressivi che elimineranno gli aumenti di spesa citati sopra, compresi i 4mila pensionamenti dei quota 96. Perché? Mancano le coperture.
CRITICHE AL GOVERNO, RICHIESTA DIMISSIONI DI BOCCIA – Il capogruppo della Lega Massimiliano Fedriga chiede che Boccia si dimetta: “Fin dall’inizio abbiamo detto che le coperture previste erano farlocche, Boccia ha voluto comunque forzare il provvedimento, rimediando un flop clamoroso sulla pelle di 4mila dipendenti della scuola” “Il governo è in stato confusionale” dice Rocco Palese (Forza Italia). “Il Governo dei soli annunci ha colpito ancora” il commento di SEL.
La figuraccia sui pensionamenti, amplificata dalla reazione stizzita di Renzi e Boccia ai rilievi di Cottarelli, è un pessimo viatico per il governo atteso dall’autunno caldo della legge Stabilità. Gli indicatori economici stanno smentendo l’ottimismo del DEF, ma ancora ieri Renzi ripeteva che non ci sarà alcuna manovra correttiva. Alla luce di questo scivolone sulle coperture, della recente ammissione che sarà difficile garantire il bonus fiscale a partite IVA e incapienti (come da annuncio di due mesi fa), è sempre più difficile fare affidamento sulle sicurezze del premier.
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