Tempo di cambiamenti fiscali, dopo la novità del 730 precompilato ecco che l’Agenzia dell’Entrate presenta sul proprio sito la bozza di Certificazione Unica (CU), il modello che a partire dal 2015 prenderà il posto del Certificato Unico Dipendente (CUD).
Cosa cambia? Per chi ha un solo lavoro non cambia assolutamente niente, riceverà come ogni anno il modello compilato dal datore di lavoro, parimenti a come succedeva col CUD. Chi invece ha più lavori, anche saltuari, anziché avere una dichiarazione dei vari sostituti d’imposta per ogni reddito percepito, avrà una sola certificazione con tutti i redditi, siano essi redditi da lavoro dipendente o assimilati, per i quali era previsto il CUD, siano essi altri redditi percepiti da lavoro autonomo, ecc.
Modello più dettagliato. All’interno del nuovo modello saranno indicate molte più informazioni di carattere fiscale rispetto al modello CUD, come ad esempio le detrazioni per redditi di famiglia e ci sarà anche un’apposita sezione dedicata al bonus di 80 euro, ricordiamo che il bonus è stato erogato solo ai lavoratori dipendenti e assimilati con un reddito annuo minimo di 8 mila euro e massimo di 26 mila euro.
Scadenze. I sostituti d’imposta devono consegnare la certificazione ai lavoratori entro il 28 febbraio, col vecchio CUD se questa scadenza non veniva rispettata non succedeva niente, dal prossimo anno invece è prevista una sanzione di 100 euro. È importante ricordare che il sostituto d’imposta deve inviare copia della Certificazione Unica anche all’Agenzia delle Entrate entro il 7 marzo (nel 2015 entro il 9 marzo, perché il 7 è sabato).
Questa nuova certificazione, insieme al nuovo 730 precompilato, rientra nell’idea di semplificazione fiscale, un’idea giusta ma che si deve scontrare con la realtà dei fatti. Avere una certificazione dei redditi più dettagliata ai lavoratori dipendenti e assimilati poco importa, ai professionisti neanche interessa. Forse può essere utile per chi ha altri redditi, ma in questo caso bisogna sempre vedere se si riesce concretamente ad avere una sola dichiarazione per tutti i redditi percepiti.
In realtà questa nuova certificazione sembra più un’opera di “maquillage” che non una vera novità. I cittadini si aspettano molto di più, più che puntare sulla semplificazione, bisognerebbe puntare sull’abbassamento della pressione fiscale, specialmente per i redditi più bassi. Si consideri, ad esempio, che attualmente l’aliquota IRPEF più bassa è del 23% per redditi fino a 15 mila euro, mentre in Francia per redditi fino a 26 mila euro si paga il 14%. Altro che 80 euro, insomma.