Le lancette del doomsday clock (l’orologio dell’apocalisse realizzato da un gruppo di scienziati) hanno accelerato dallo scorso anno. A guidarle i timori del cambiamento climatico incontrollato e la modernizzazione delle armi nucleari
L’orologio dell’apocalisse (doomsday clock), creato dai membri del Bullettin of the Atomic Scientists (Bas), segna mezzanotte meno tre minuti. Il che tradotto vuol dire che in confronto con lo scorso anno (quando le lancette erano rimaste invariate, segnando meno cinque rispetto al 2013) è più vicino alla fine del mondo: la mezzanotte, metafora dell’autodistruzione dell’umanità. E non solo per mezzo di un conflitto nucleare.
“Nel 2015, il cambiamento climatico incontrollato, la modernizzazione globale di armi nucleari, e arsenali di armi nucleari fuori misura costituiscono minacce innegabili e straordinarie per la sopravvivenza dell’umanità, e leader mondiali hanno fallito ad agire con velocità o in modo necessario per proteggere i cittadini da una potenziale catastrofe. Questi fallimenti della leadership politica mettono in pericolo ogni persona sulla Terra”, scrivono dal Bullettin of the Atomic Scientists. Per questo, a 25 anni dalla fine della Guerra fredda (in occasione della quale fu appunto creato il doomsday clock), gli scienziati hanno deciso di muovere in avanti le lancette dell’orologio rispetto allo scorso anno, avvicinandole a meno tre minuti dal disastro (come fu anche nel 1949 e poi nel 1984, rispettivamente con i test sovietici della bomba nucleare e con l’escalation della tensione Usa-Urss).
Motivando la loro decisione, i membri del Bas, spiegano infatti come malgrado i tentativi fatti per cercare di mitigare il cambiamento climatico nello scorso anno, come il progresso nell’utilizzo e nell’implementazione di tecnologie per le energie rinnovabili, “gli sforzi per impedire il riscaldamento della terra sono sono del tutto insufficienti”. Abbiamo solo una quantità limitata di tempo per limitare le emissioni di anidride carbonica, avverte su Science News Richard Somerville, membro del board Bsa ed esperto di clima della University of California di San Diego, se vogliamo limitare il cambiamento climatico in modo considerevole.
“Allo stesso tempo”, continuano gli scienziati del Bas: “Gli sforzi per ridurre arsenali nucleari mondiali sono in una fase di stallo. Il processo di disarmo è a un punto morto, con gli Stati Uniti e la Russia che stanno intraprendendo programmi massicci per modernizzare le loro triadi nucleari – mettendo a rischio con questo i trattati sulle armi nucleari – e altri detentori di armi nucleari aderiscono a questa costosa ed estremamente pericolosa mania di modernizzazione”. Il riferimento non è solo agli Usa e alla Russia, ma anche ai programmi nucleari di Regno Unito, Francia, India, Pakistan, Israele e Nord Corea. Il pericolo oggi non è tanto che qualcuno “prema il bottone”, avvertono gli esperti, ma mantenere questi arsenali al sicuro richiede tempo, fatica e denaro non indifferenti.
Per questo, concludono dal Bas: “Imploriamo i leader politici di tutto mondo ad agire in modo coordinato, con un’azione rapida per ridurre drasticamente le emissioni globali di gas che intrappolano il calore, soprattutto anidride carbonica, e ridurre gli arsenali di armi nucleari. Imploriamo anche i cittadini di tutto il mondo di chiedere un’azione da parte dei loro leader. La minaccia incombe su tutta l’umanità. L’umanità ha bisogno di rispondere oggi, quando abbiamo ancora tempo”.
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