Un farmaco “così potente da poter essere considerato quasi un vaccino” contro l’hiv. Su Nature i promettenti risultati dello Scripp Research Institute.
Nuove speranze nella lotta contro l’hiv. Arrivano direttamente dagli scienziati dello Scripps Research Institute, che, come scrivono su Nature, hanno appena messo a punto un nuovo farmaco che promette di essere così potente ed efficace da entrare a far parte della ricetta di un eventuale “vaccino anticonvenzionale” che protegga dal virus. Secondo gli autori della ricerca, il farmaco riuscirebbe a bloccare diversi ceppi del virus (Hiv-1, Hiv-2 e Siv, quello che colpisce le scimmie), comprese le sue varianti finora ritenute più difficili da trattare.
“Il composto che abbiamo sviluppato”, racconta Michael Farzan, uno degli autori dello studio, “è l’inibitore più potente e ad ampio spettro mai scoperto. A differenza degli anticorpi, che falliscono nella neutralizzazione di una grande porzione dei ceppi di Hiv-1, la nostra proteina si è mostrata efficace contro tutti i ceppi sui quali abbiamo eseguito test in laboratorio, il che apre lo spiraglio al suo possibile uso come ingrediente per un vaccino anti-hiv”. Ecco come funziona: quando il virus infetta una cellula, va a colpire i linfociti Cd4, componenti del sistema immunitario. L’hiv si fonde con la cellula ospite e vi inserisce il proprio materiale genetico, trasformando la cellula stessa in un’incubatrice di altri virus. Il farmaco sviluppato da Farzan e colleghi si lega simultaneamente a due siti sulla superficie esterna del virus, impedendogli di entrare nella cellula ospite e dare il via alla replicazione.
Secondo i dati raccolti dagli scienziati, che hanno testato la molecola su dei macachi, il farmaco sarebbe in grado di legarsi all’hiv più potentemente degli anticorpi: “È il risultato di oltre dieci anni di lavoro sui meccanismi biochimici dell’ingresso dell’hiv nelle cellule”, spiega ancora Farzan. La strada da percorrere prima che il farmaco sia effettivamente sul mercato, comunque, è ancora lunga. Serviranno ulteriori ricerche, tra cui esperimenti su primati non umani, per testarne efficacia e sicurezza. Staremo a vedere, incrociando le dita.
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