Ieri, 13 marzo 2015, si è tenuta la settima edizione dell’UniStem Day, giornata europea di divulgazione scientifica rivolta alle scuole superiori per parlare di cellule staminali, ricerca e scienza. Un’occasione per discutere su un tema tanto promettente, quanto complesso. Cerchiamo di fare un po’ il punto con 10 cose sulle staminali che assolutamente bisogna sapere.
1. Che cosa sono
Sono cellule primitive non specializzate, cioè che non hanno ancora una funzione specifica nell’organismo. Le due principali caratteristiche di queste cellule sono la possibilità di auto-rigenerarsi, attraverso la divisione cellulare, e la loro potenza, cioè la capacità di differenziarsi in uno o più tipi di cellule con funzioni specifiche. Rappresentano quindi un serbatoio per rigenerare tessuti.
2. Quanti tipi di cellule staminali ci sono
Tanti, e probabilmente non li conosciamo ancora tutti. Innanzitutto le cellule staminali si possono dividere in base al numero di tessuti nei quasi possono differenziarsi: uni, multi, pluri o totipotenti. Una volta si conoscevano quasi solo le cellule staminali embrionali, pluripotenti (cioè in grado di differenziarsi in tutte le cellule del corpo) o le staminali adulte, cellule parzialmente specializzate che possono differenziarsi in uno o pochi tipi di cellule. In seguito si scoprirono anche le cellule staminali del liquido amniotico, ovvero il liquido che avvolge il feto in gravidanza, e le cellule staminali pluripotenti indotte (iPS), cellule embrionali artificiali prodotte in laboratorio.
3. Quando sono state scoperte
Il termine staminali è stato utilizzato per la prima volta dallo scienziato Alexander Maximov nel 1906 per nominare singole cellule che davano origine a una discendenza cellulare. La prima prova sperimentale della presenza di cellule staminali nell’uomo risale però agli Cinquanta del Secolo scorso. Si dovrà aspettare invece fino al 1981 per la scoperta delle cellule staminali embrionali, da parte di Martin Evans e Matthew Kaufman.
4. Perché tanto interesse per le cellule staminali
Innanzitutto a livello di ricerca rappresentano un elemento cruciale dello sviluppo umano, dalla crescita dall’embrione all’individuo adulto: lo zigote infatti, cioè la cellula appena fecondata, corrisponde alla cellula staminale totipotenti per eccellenza. Come detto rappresentano un serbatoio di nuove cellule che garantiscono un ricambio di quelle vecchie o danneggiate e rappresentano una grande opportunità per trattare in futuro malattie finora incurabili come la distrofia muscolare o il morbo di Alzheimer.
5. Cellule staminali da cordone ombelicale
Molto discusse sono le cellule staminali prelevate dal cordone ombelicale: in grado come tutte le staminali del sangue di generare tutte le cellule ed elementi del sangue, hanno la particolarità di essere più giovani (ed efficienti) di quelle che si trovano nel sangue adulto, oltre da ridurre i casi di rigetto durante i trapianti. Per questo alla donna incinta è permessa la donazione del cordone ombelicale a banche pubbliche o private, anche se il numero di cellule è piuttosto limitato e sono ancora pochi gli ospedali accreditati per le donazioni.
6. Le cellule staminali possono essere pericolose?
Assolutamente sì. Esistono infatti le cellule staminali tumorali, simili a quelle normali che, a causa dell’accumulo di mutazioni, favoriscono la proliferazione di vari tipi di tumori. Essendo staminali hanno vita più lunga e sono molto resistenti ai farmaci antitumorali. Sono quindi tra i primi target da colpire per distruggere il tumore.
7. Che staminali sono già utilizzate
Le uniche cellule staminali utilizzate, peraltro da decenni, in terapia sono le staminali adulte del sangue (ematopoietiche): prelevate dal sangue o dal midollo osseo, possono esseretrapiantate per curare malattie del sangue e del sistema immunitario, come la Scid (Severe Combined Immune Deficiency). Un altro tipo di staminali già usate sono quelle della pelle, usate per salvare la vita a vittime di gravi ustioni.
8. Prospettive e problemi di una tecnica d’avanguardia
Una delle scoperte più recenti e interessanti riguarda la possibilità di far ringiovanire le cellule adulte, fino a farle diventare staminali embrionali. Sono le cellule iPS citate prima, ottenute per la prima volta nel 2006 da Shynia Yamanaka. Cellule riprogrammate grazie all’inserimento di alcuni geni attraverso dei virus, che han fin da subito fatto sognare scienziati e pazienti. Purtroppo non mancano i problemi, come il rischio, ancora attuale, che queste cellule, come effetto collaterale della riprogrammazione, diventino tumorali.
9. Come dev’essere una terapia con cellule staminali
Una terapia con le cellule staminali è un intervento dove cellule staminali vengono usate per riparare un danno che riguardi un tessuto, un organo o una funzione specifica. Perché si possa parlare di terapia per prima cosa vi deve essere una dimostrazionein laboratorio che il trattamento funzioni, spiegando nel dettaglio come. Se ritenuto sicuro ed efficace a livello pre-clinico (ovvero con tecniche in vitro e in vivo), serve una validazione prima su un piccolo campione poi su un numero più elevato di soggetti per verificare che la terapia sia tollerata (fase clinica I e II). Solo a questo punto ai soggetti viene proposto il trattamento come alternativa alle opzioni cliniche disponibili (fase clinica III).
10. Un successo italiano
Si chiama Holoclar ed è la prima terapia avanzata a base di cellule staminali approvata nel mondo. Progettata al Centro di medicina rigenerativa dell’università di Modena e Reggio Emilia, sfrutta cellule staminali di una piccola zona dell’occhio (limbus) per ricostruire il tessuto della cornea. In questo modo si restituisce la vista a persone che hanno subito gravi ustioni. Dopo anni di studi, e un iter di autorizzazione molto lungo e complesso, un successo tutto italiano. E no, non stiamo parlando di Stamina.
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