Il Presidente del Consiglio lo ha annunciato ufficialmente: la Legge di Stabilità 2016 conterrà novità importanti per le partite IVA. Dopo il caos dello scorso anno sarebbero dunque al vaglio modifiche relative ai vari regimi di tassazione e ai contributi della Gestione Separata INPS.
Le ultime indiscrezioni parlano di un regime al 5% per i primi anni di attività, di agevolazioni per i redditi fino a 30mila euro, stavolta senza alcun limite di età, e del blocco all’aumento dell’aliquota contributiva al 27,72%.
Lo scopo della riforma sarebbe quello di dare “un po’di respiro” a liberi professionisti e lavoratori autonomi, prima che scattino le modifiche previste per l’anno prossimo.
La situazione potrebbe presto cambiare. Le parole del Matteo Renzi, confermano quelle pronunciate dal viceministro dell’Economia e delle Finanze Luigi Casero che, nei giorni scorsi, ha ribadito l’importanza del ruolo dei professionisti, considerati “uno dei punti di forza del Paese”, anticipando le modifiche attualmente allo studio del ministero.
Partite IVA: regimi
La settimana scorsa la Camera ha approvato una risoluzione che impegna l’Esecutivo a intervenire sul regime di tassazione in vigore per le Partite IVA.
La Legge di Stabilità 2016 potrebbe contenere l’introduzione di un’aliquota agevolata al 5% per i primi 5 anni di attività, conclusi i quali la tassazione salirebbe al 15%. Secondo quanto previsto inoltre, il tetto massimo per usufruire delle agevolazioni fiscali potrebbe salire nuovamente a 30mila euro, senza alcun limite temporale o anagrafico. Si tratterebbe, quindi, di una definitiva riesumazione del vecchio regime dei minimi, che sarebbe dovuto morire il 31 dicembre del 2014 e che è stato prorogato afuror di popolo per un ulteriore anno.
Ricordiamo che, fino al 31 dicembre 2015, i lavoratori che decideranno di aprire una Partita IVA potranno usufruire del regime dei minimi che implica una tassazione al 5%, comprensiva di IRPEF, IVA e IRAP. Ma ad oggi esistono dei limiti: il suddetto regime è infatti destinato solo agli under 35 con ricavi sotto i 30mila che possono godere per un massimo di 5 anni dell’aliquota agevolata o fino al raggiungimento dei 35 anni.
Senza un intervento correttivo del Governo, dal 1°gennaio 2016 i vecchi minimi “spariranno” e si potrà optare solo per il nuovo regime predisposto nella Finanziaria. Fu il decreto Milleproroghe lo scorso anno a dare alle nuove Partite IVA la possibilità di scegliere tra il vecchio regime dei minimi e il nuovo regime forfettario.
Occorre sottolineare che il regime forfettario introdotto dalla Legge di Stabilità 2015 prevede un’imposta sostitutiva pari al 15% per i redditi fino a 15mila euro e può essere scelto solo dai lavoratori autonomi e dai liberi professionisti con Partita IVA che nell’anno precedente hanno registrato spese fino a 5mila euro lordi per lavoro accessorio o a progetto e che, al momento della chiusura dell’esercizio, abbiano riscontrato un costo dei beni strumentali fino a un limite massimo di 20mila euro.
Escluse invece le Partite Iva che nel corso dell’anno, hanno percepito anche un reddito da lavoro dipendente superiore ai 20mila euro.
Riassumendo: le modifiche in arrivo con la legge di Stabilità 2016 dovrebbero introdurre per le Partite IVA un regime forfettario dei minimi con aliquota al 5% fino a 20 mila euro per un periodo di 5 anni. Scaduti questi 5 anni scatterebbe un’aliquota al 15% per tutti gli autonomi con ricavi fino a 30mila euro senza limiti d’età o di tempo. Superata la soglia reddituale dei 30mila euro, scatterà il regime ordinario con aliquota al 22%.
Partite IVA: contributi Gestione Separata INPS
Par quanto riguarda i professionisti a Partita IVA “senza cassa”, la legge di Stabilità 2016 dovrebbe bloccare anche per il prossimo anno l’aumento delle aliquote contributive della Gestione Separata INPS. Per il 2015 lo stop fu deciso nell’ambito del decreto Milleproroghe, stavolta invece dovrebbe rientrare proprio nella Finanziaria.
La norma attualmente in vigore prevede infatti l’aumento delle aliquote di contribuzione di un punto percentuale l’anno: 28,72% nel 2016, 29,72% nel 2017 fino al record di 33,72% nel 2018.
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