Quello che da più settimane sta accadendo a Segesta sotto gli occhi di tutti ha dell’incredibile. In barba a normative, sentenze, legge ed autorità, ha preso forma, in un appezzamento di terreno di fronte l’ingresso degli uffici dell’Ente Parco Archeologico di Segesta, quello che sembra essere ad oggi un vero e proprio parcheggio abusivo. Da più settimane addirittura noti uomini di calatafimi invitano le persone a parcheggiare in questo terreno, dicendo agli ignari turisti di accomodarsi e lasciare un contributo economico per il parcheggio. Tutto questo avviene alla luce del giorno e sotto gli occhi di tutti. Ricordiamo che l’area in questione è zona archeologica B1. Per regolamento e legge, nelle zone archeologiche B1 non possono essere costruiti parcheggi o altro tipo di attività, ma non solo. La stessa area ricade anche nella fascia di rispetto dei mt200 del Parco Archeologico di Segesta, altra norma che non permette la creazione di Parcheggi o altre attività, ma non solo. E’ inoltre presente in quel lotto una zona archeologica non ancora esplorata, affiorante, “quartiere manifatturiero suburbano fra l’età greco classica/ellenistica” individuata nella ricognizione avvenuta nel 1995 a cura dell’Università di Siena.
Ma non finisce qui. Quello a cui si assiste, oltre a quella che sembra essere una vera e propria attività ad oggi abusiva che va a discapito delle attività regolari della zona, è la costante creazione di scene di pericolo a causa del grande flusso di persone, uomini, donne, anziani e bambini, che si trovano a percorrere a piedi tutta la strada provinciale che dal terreno porta all’ingresso del Parco Archeologico rischiando di essere investiti e creando costanti scene di intralcio per il traffico (vedi foto). Imboccando quel pezzo di strada provinciale abbiamo assistito personalmente ad uno sfiorato incidente che stava coinvolgendo due auto ed i passanti, solo la prontezza di riflessi di uno dei conducenti ha evitato il peggio. Una situazione che mette anche in cattiva luce il Parco Archeologico dove i turisti si trovano accolti in questa maniera, rischiando la loro stessa incolumità e quella degli automobilisti passanti.