Il nome di due controllate di Amazon rientra nell’elenco degli operatori postali italiani. Ora la sfida diretta con Poste, che punta all’ecommerce
Amazon entra nell’elenco dei 4.463 operatori postali in Italia.Alle righe 219 e 220 dell’ultimo aggiornamento del registro, depositato al ministero dello Sviluppo economico (Mise),compaiono i nomi di due controllate del gigante dell’ecommerce: Amazon Italia Logistica e Amazon Italia Transport. Sono le due società finite nel mirino dell’Autorità garante delle comunicazioni (Agcom), perché svolgevano l’attività di postini senza averne le autorizzazioni. Sulla multinazionale dello shopping sono piombati una multa da 300mila euro e l’obbligo di iscriversi all’elenco.
Wired aveva già anticipato a ottobre la domanda con cui Amazon richiedeva di entrare nello sconfinato esercito degli operatori postali italiani. L’aggiornamento periodico dell’elenco ne dà conferma: ecco comparire i nomi delle due partecipate, che svolgono funzioni logistiche e di trasporto. In sostanza per l’Agcom la poderosa macchina per le consegne, che in questi giorni ha consentito di spedire milioni di ordini effettuati con il Black Friday e il Cyber Monday, è in tutto e per tutto un servizio postale.
E quindi è soggetto agli obblighi di questo specifico settore.
Gli effetti del nuovo status di Amazon coinvolgeranno la filiera della logistica e delle consegne. Dall’impacchettamento fino alla rete di armadietti dove il gigante dell’ecommerce deposita i pacchetti. Amazon sarà soggetta alla vigilanza dell’Agcom. E dovrà applicare il contratto nazionale del settore postale secondo quote prestabilite.
Per l’Agcom Amazon si era avvantaggiata in modo indebito sulla concorrenza, svolgendo l’attività di postino senza risultare tale. La sanzione di agosto interviene sul lavoro svolto nei grandi e nei piccoli centri di distribuzione, benché non riguardi le attività di ricevimento, stoccaggio e impacchettamento della merce.
La multa ad Amazon è la prima mossa di una stretta dell’Agcom sul settore delle vendite online. L’autorità ha avviato un’indagine per smascherare gli altri operatori che, dietro l’insegna di ecommerce, svolgono il lavoro di operatore postale senza averne i requisiti di legge. E partire dal più grande è un chiaro messaggio agli altri: meglio mettersi in regola prima che scattino le multe.
Amazon ora condivide un’autorizzazione (due, per la precisione: la 4777 e la 4778) con giganti del servizio postale, come le stesse Poste italiane, Citypost o l’olandese Nexive, fino a piccoli consorzi e società di padroncini. Occorrerà capire come la società di Bezos giocherà questa carta.
L’anno scorso il disegno di legge Concorrenza abbatteva l’ultimo steccato del monopolio di Poste, liberalizzando la consegna degli atti giudiziari. Un mercato che vale 300 milioni di euro e da cui ora possono attingere anche i privati. È l’antipasto del servizio universale, garantito da Poste ma con difficoltà.
Proprio ieri l’amministratore delegato, Matteo Del Fante, si è impegnato davanti al governo a non chiudere gli uffici postali nei piccoli comuni, sotto i 5mila abitanti. Ma siccome consegnare lettere, come dimostra anche il piano industriale dell’azienda, è un business in declino e nemmeno più redditizio, l’azienda si è proposta di fornire servizi a più alto valore, come la tesoreria per i piccoli comuni.
In verità Poste si sta riconvertendo a un fornitore di logistica per l’ecommerce, sfruttando proprio la sua rete capillare di uffici e le alleanze con altri esercizi diffusi, come i tabaccai. È una sfida proprio ad Amazon, a cui Poste, tramite la controllata Sda, forniva corrieri e mezzi. Ora, però, il gigante a stelle e strisce ha dalla sua un nuovo titolo, quello di operatore postale, che apre nuovi mercati. In Francia, Germania e Olanda, d’altro canto, per ovviare al problema delle autorizzazione postali Amazon ha acquistato quote in società del settore.
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