PALERMO. La maggioranza del governo vacilla ancora di più. L’Ars non ha approvato il Defr, il documento di programmazione economica finanziaria: il piano fissa le linee di governo e Ars con gli obiettivi da raggiungere in tre anni indicando i finanziamenti da cui attingere. Su 65 presenti hanno votato in 64: 32 favorevoli e 32 contrari. Così il Defr non viene approvato e torna in commissione.
Non è bastato l’accorato internvento in aula del presidente della Regione Nello Musumeci: “Non possiamo giocare al tanto peggio, tanto meglio. Qui dobbiamo dare risposte tutti ai siciliani. Non abbiamo giurato di mettere il bastone tra le ruote al governo Musumeci” ma “abbiamo giurato di fare gli interessi dei siciliani. Torno ad ammettere che non abbiamo una maggioranza. Ma non voglio essere ostaggio dell’aula. Non ho alcuna intenzione ogni volta di passare dal capomanipolo di turno prima del voto”.
Nel Defr sono previsti oltre 1,7 miliardi per il reddito di inclusione e altri interventi per i disoccupati da avviare entro fine anno. Ma anche zone speciali con agevolazioni fiscali, un piano per impiegare i forestali in altri servizi (anche in spiaggia) e una cabina di regia per sbloccare 120 opere pubbliche incompiute.
La sezione di controllo della Corte dei conti, presieduta da Maurizio Graffeo, aveva sollevato diversi dubbi sul defr: “Sembra scontare i limiti derivanti dalla ‘profonda revisione’ che il nuovo governo regionale, come lo stesso dichiara, ha ritenuto di effettuare, in un arco temporale estremamente ristretto sul documento approvato dalla precedente giunta. Sebbene emergano le nuove linee di indirizzo della politica finanziaria regionale permangono alcune fondamentali lacune rilevate in passato dalla Corte in sede sia di audizione all’Assemblea regionale siciliana che in relazione di parifica”. La Corte aveva aggiunto: “Pur contenendo frammentariamente parte degli elementi minimi richiesti dal legislatore manca infatti anche quest’anno di elementi sostanziali per potere espletare pienamente le proprie funzioni nel processo di programmazione di bilancio”.
Il gruppo parlamentare di M5s all’Ars intanto commenta: “Le parole di un oltremodo innervosito e arrogante Musumeci, che pretende di fare pure la paternale, sono irricevibili. Musumeci dovrebbe avere rispetto per la Sicilia e compiere un gesto di grande responsablità, prendendo atto che non ci sono più le condizioni minime per governare: si deve dimettere”.
“Il Pd era e resta opposizione: siamo disponibili a confrontarci in tutte le sedi istituzionali sui temi concreti, in commissione o in aula – dice invece Giuseppe Lupo, presidente del gruppo PD all’Ars -. Ma voglio dire con chiarezza al presidente Musumeci: se crede di non essere in grado di governare questa Regione, si dimetta. Anche alla luce della bocciatura del Defr, il presidente Musumeci valuti serenamente la situazione: non fa bene alla Sicilia avere un governatore che un giorno si e uno no, ripete di non avere una maggioranza”.
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