Marcello Dell’Utri sta scontando la sua pena in carcere a Parma, sette anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Il suo processo è stato raccontato su queste pagine in più di una occasione, ma il ‘caso’ non potrà mai essere archiviato definitivamente, a maggior ragione oggi che Silvio Berlusconi, chiamato direttamente in causa dalla sentenza che attesta il patto di protezione fra lui e Cosa nostra, è un ‘padre costituente’.
Ci sono almeno due domande ancora senza risposta, che a loro volta aprono la porta a più interrogativi. Molto prima che venisse fuori l’intercettazione fra Emilio Fede e il suo personal trainer su “mafia e soldi”,in un articolo dello scorso 17 giugno ci eravamo chiesti cosa avrebbe potuto rivelare Marcello Dell’Utri, ‘scatola nera’ di 40 anni di intrecci fra Cosa nostra, imprenditoria e politica. Oggi Repubblica, in un articolo di Salvo Palazzolo, rende noto che la Procura di Palemo sta indagando sulla seconda domanda: a quanto ammonta e dove si trova il presunto tesoro di Marcello Dell’Utri?
Che il braccio destro di Silvio Berlusconi abbia avuto a disposizione ingenti somme di denaro è ‘cosa nota’. In pochi ricordano il famoso bonifico da 15 milioni di euro che l’ex premier fece sul conto della moglie di Dell’Utri nel 2012, 11 dei quali subito girati a Santo Domingo, a poche ore da quella che poteva essere la condanna definitiva che lo avrebbe condotto in carcere (la Cassazione poi annullò con rinvio la prima sentenza d’Appello per difetto di motivazioni: il nuovo Appello venne celebrato lo scorso anno e due mesi fa è arrivata la condanna definitiva). Una valanga di denaro che ufficialmente sarebbe dovuta servire all’ex senatore di Forza Italia per ristrutturare una villa. Peccato che Dell’Utri il giorno prima della sentenza risultasse ‘irreperibile’. Un copione simile si è ripetuto ad aprile, con Marcello che scappa in Libano alla vigilia della sentenza in Cassazione e resta latitante per 24 ore.
La Procura di Palermo, titolare dell’inchiesta sulla trattativa che vede proprio Dell’Utri fra gli imputati per “attentato a corpo politico dello Stato”, ha rintracciato a Beirut, grazie al lavoro della Direzione Investigativa Antimafia, tre conti riferibili al fondatore di Forza Italia. Due intestati a Dell’Utri, uno al figlio. “I pubblici ministeri Di Matteo, Del Bene e Tartaglia – scrive Palazzolo – stanno preparando una rogatoria da inviare in Libano, per conoscere l’ammontare dei conti e soprattutto la movimentazione. Servivano per gestire una tranquilla latitanza all’estero o per far transitare in modo sicuro patrimoni ancora nascosti?”. Emilio Fede, nell’intercettazione ‘rubata’ dal suo personal trainer, fa riferimento a 70 conti all’estero riconducibili a Dell’Utri. Interrogato dai PM, l’ex fedelissimo di Berlusconi fa marcia indietro: “Se io ho parlato di questi settanta conti sono un pazzo, io non posso avere detto settanta conti esteri. Impossibile”.
Ma anche qualora Fede sia impazzito o quella intercettazione fosse stata manipolata dal personal trainer, ci sono altri discorsi che alimentano i dubbi sul denaro a disposizione del detenuto Dell’Utri. Nelle intercettazioni ambientali in un noto ristorante del centro di Roma, in cui era ospite Alberto Dell’Utri, gemello di Marcello, si parla del ‘piano B’ che l’ex senatore progettava per la sua latitanza: la Guinea-Bissau (articolo dello scorso 13 aprile, ndr). Una fuga a due con Gennaro Mokbel, la mente della frode da oltre due miliardi che ruota attorno al caso Fastweb-Telecom e condannato per riciclaggio. Dell’Utri e Mokbel avrebbero dovuto investire circa 5 milioni di euro nel paese africano, tramite una non meglio precisa onlus. Denaro che nel piano sarebbe dovuto provenire dalla tasche di Silvio Berlusconi.
ALBERTO DELL’UTRI: Allora ha aperto la società… c’è da ottenere le concessioni per lo sfruttamento della miniera e della pesca, risorse ricchissime e non sfruttate… allora di ingraziarsi definitivamente tutta la… il governo… quello che ha chiesto… Gennaro dobbiamo fare della beneficenza.
VINCENZO MANCUSO: In ospedale 5 milioni di beneficenza se li sognano.
DELL’UTRI: E sfruttiamo una onlus di Berlusconi che ha in Africa per la costruzione degli ospedali.
MANCUSO: Che dice Marcello?
DELL’UTRI: Ci fanno credito a noi tutti perché sanno che siamo vicini a Berlusconi, dobbiamo dimostrare la vicinanza…
MANCUSO: Vabbè quello non credo che sia un problema che Marcello…
DELL’UTRI: Ecco allora quello gli ha chiesto… i soldi per la costruzione delle opere benefiche… dice, li mando Gennaro.
MANCUSO: Gli devi dire a Gennaro di stare saggio perché se riusciamo a chiudere con quella testa di cazzo (Berlusconi? ndr) lui manco quelli deve tirare fuori, se vuole apparire che è lui a farlo, facciamo fare alla sua società come se facesse una donazione … è inutile che esca fuori i soldi, possono essere utili per altro.
DELL’UTRI: Lui è disponibile….Marcello non deve fare altro che andare da Silvio e dirgli: Silvio io vado nella Guinea Bissau gli spiega tutto, per fare… Fondo una scuola di calcio per i ragazzi “Luigi Berlusconi” (il padre, ndr)
MANCUSO: Marcello ha detto che è una cosa fattibile per lui.
DELL’UTRI: Si dice che quando abbiamo fatto ci danno la concessione di tutto.
MANCUSO: Ma avete parlato dei passaporti diplomatici?
DELL’UTRI: Passaporto diplomatico di tutto anche perché deve consentire lo spostamento: Libano-Guinea; Libano-Guinea e altri Paesi africani eventualmente… intanto hanno preso la concessione dei gratta e vinci.
I due se la ridono, poi Mancuso fa una domanda precisa.
MANCUSO; Scusami, non ha pensato Marcello a farsi nominare ambasciatore della Guinea Bissau?
DELL’UTRI: Qua c’è tutto un retroscena, che ti dico in quattro parole: questo personaggio che ha sposato la figlia del presidente africano, che ha conosciuto questo… questi qua son rimasti impressionati dal fatto che un italiano,un bianco che parla la loro lingua e l’hanno invitato ad andare con loro a Bruxelles che c’era una… con tante nazioni… tra cui anche questi della Guinea Bissau e lui li è andato insieme a questi della Guinea Bissau, che lo hanno preso in seria considerazione e gli hanno dato il passaporto diplomatico… gli hanno aperto le porte, a Bruxelles ha preso la parola… davanti a 400 delegati… questo qua e bravissimo e appunto è entrato nelle grazie di questi reggenti della Guinea Bissau… per cui lo hanno invitato ad andare da loro e lui ha scoperto delle ricchezze infinite…
Fonte: IBT