Si mobilitano anche gli agricoltori di Calatafimi nell’ambito di una protesta che sta cominciando a coinvolgere l’intera Sicilia e legata ad una crisi del settore che è figlia di diverse problematiche. A fianco della categoria il Comune di Calatafimi che lo scorso 21 marzo ha preso parte con il sindaco Vito Sciortino, ed un’altra quarantina di primi cittadini provenienti da ogni parte dell’Isola, all’iniziativa del movimento spontaneo “Agricoltori Siciliani riuniti” a Santa Caterina Villarmosa, in provincia di Caltanissetta. Sulla scorta di quanto i sindaci e gli agricoltori si sono detti a Calatafimi è stata organizzata una giornata di manifestazioni con una riunione organizzata il prossimo 6 aprile alla biblioteca comunale. Sul tavolo il problema che oggi il settore agricolo e zootecnico vive in una drastica situazione di crisi che porta le aziende del settore a prestare la propria opera non riuscendo nemmeno a coprire i costi di produzione. Sciortino in occasione della prima tappa a Caltanissetta ha firmato con gli altri colleghi sindaci un documento unitario da ratificare nelle diverse giunte e consigli comunali: “La nobilissima causa per cui ci siamo mossi da Calatafimi Segesta a Santa Caterina Villarmosa – commenta il primo cittadino calatafimese – valeva tutti i 400 chilometri percorsi. Grazie a chi mi ha dato l’opportunità di conoscere più da vicino il mondo dell’agricoltura che da anni cerca di venir fuori da una crisi senza precedenti”. Anche nel Belice gli agricoltori hanno protestato per le strade della provincia a bordo dei propri mezzi agricoli. Una situazione tragica che vede il comparto in ginocchio, una crisi che si protrae da anni, una grande anomalia economia che non dà il giusto merito ai prodotti siciliani riconosciuti nel mondo come eccellenze. “La situazione agricola siciliana è al collasso, – commenta l’imprenditore agricolo e attivista del movimento ‘Agricoltori Siciliani riuniti’, Salvatore Calderaro – assieme ai nostri sindaci chiediamo alle istituzioni regionali e nazionali di avviare una seria e attenta politica agricola che dia agli operatori del settore un prezzo minimo garantito tramite delle azioni che limitano l’ingresso sul suolo italiano di prodotti di dubbia provenienza nell’ottica di salvaguardare l’economia e soprattutto la salute pubblica”.
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