Va domani in scena a Calatafimi Segesta, presso l’ex convento San Francesco, alle ore 20:00 “Donne che fecero l’Italia”.
È uno spettacolo teatrale che nasce da un laboratorio che ha visto la partecipazione di alcuni amatori, l’ iniziativa è stata gestita da Davide Dolores con il supporto dell’attrice Cetty Arancio.
Nell’iconografia classica l’Italia viene dipinta come una donna fiera e coraggiosa, pronta a tutto per portare avanti l’ideale di una nazione libera ed unita. Ma quale fu il reale apporto delle donne in questo processo storico? Quali furono le sofferenze e le difficoltà che dovettero affrontare, quali le vittorie, quali le sconfitte? La donna italiana, aldilà della categoria sociale cui apparteneva, che funzione ebbe nella costruzione dell’Italia unita?
Non vi furono solamente donne “combattenti”, o meglio le forme di lotta non furono solo quelle della lotta armata e l’ideale per il quale lottarono non fu solamente quello di una nuova nazione, per molte vista come una entità troppo astratta e lontana.
Vi fu anche un’altra guerra, quella fatta di resistenza e sacrifici quotidiani, e gli ideali di libertà perseguiti miravano anche ad una liberazione della donna stessa in una società ancora fortemente guidata dagli uomini, nel tentativo di creare una identità sociale femminile chiara e di autodeterminarsi.
Partendo dallo studio di testi storici e da riflessioni sulla figura della donna allora e oggi – tassello fondamentale per attualizzare la storia – il gruppo di partecipanti al laboratorio realizzerà una messa in scena nella quale ogni personaggio avrà un suo vissuto e sue ragioni per combattere, tutti uniti, uomini e donne, dal grande sogno di una nazione unita.
Verranno dunque prese in considerazione sia le donne più note per aver lottato per la causa (da Anita Garibaldi a Costanza d’Azeglio, da Luisa Battistoni Sassi a Rose Montmasson) di cui abbiamo riferimenti storici, sia, tramite un lavoro di immaginazione teatrale e di costruzione del personaggio, donne del popolo, mamme, mogli e figlie che hanno contribuito silenziosamente e tenacemente a completare il Risorgimento.
Per restituire allo spettatore la forza innovatrice di queste donne, la forma teatrale da cui prenderemo le mosse per la messa in scena sarà quella del coro greco, ma con una particolare attenzione, come detto, al vissuto personale dei personaggi: non sarà dunque un semplice coro formato da coreute – cosa che potrebbe condurre ad una “spersonalizzazione” del personaggio, ma un coro formato da individui con una propria identità e un proprio passato da raccontare e far rivivere in scena.
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