Non è stato l’addio al calcio del capitano dell’Inter, è stato l’addio al calcio del Capitano. Nessun uomo nella storia aveva mai incarnato pienamente, le caratteristiche morali che deve possedere il capo team, lui ci è riuscito !
San Siro esaurito si stringe in un lungo abbraccio al suo capitano di mille battaglie e Javier Zanetti entra nel Pantheon di ogni interista che si rispetti insieme a Facchetti, Meazza e Mazzola e si accinge a vivere una nuova vita, senza maglietta e scarpini. Forse in grisaglia, dietro a una scrivania, su una comoda poltrona da dirigente. Un lungo addio, di quelli che non si dimenticano, bagnato da qualche lacrima, carico di emozione e soprattutto fortunato con l’Inter che batte la Lazio per 4-1.
TUTTI I NERAZZURI COL «4» NEL RISCALDAMENTO. Tutti i nerazzurri sono scesi in campo per il riscaldamento prima della gara con la casacca numero 4. Un numero che la società sta pensando di ritirare per omaggiare la straordinaria carriera del suo simbolo.
A centrocampo è stata esposta una grande maglia dedicata a Zanetti con scritto «Grazie». Il Meazza è praticamente esaurito tranne per il secondo e terzo anello verde, chiusi dal giudice sportivo in seguito ai cori di discriminazione territoriale contro i napoletani.«È inutile nascondere tutto quello che mi sta succedendo dentro», ha detto Zanetti. «Credo che un momento così non si prepari. È l’ultima gara ufficiale, magari ce ne sarà un’altra per festeggiare. Sono passati quasi 20 anni e c’è un legame pieno d’amore nei confronti dei tifosi». Il capitano dell’Inter ha risposto così a chi lo ha paragonato a Giacinto Facchetti, bandiera ed ex presidente nerazzurro:«Adesso non esageriamo. Giacinto è Giacinto. Sarà bellissimo continuare a fare parte di questa famiglia».
OVAZIONE AL SUO INGRESSO IN CAMPO. Walter Mazzarri, dopo avergli negato la gioia di giocare il suo ultimo derby, contro la Lazio lo lascia in panchina fra il disappunto del pubblico e il dispiacere di Massimo Moratti il cui destino all’Inter è indissolubilmente legato a quello del capitano.
Poi, al 7′, l’ingresso in campo al posto di Jonathan e incredibile ovazione di tutto lo stadio. Il suo stadio.
EUROPA LEAGUE A UN PASSO. Una serata da non dimenticare a San Siro anche perché l’Europa è davvero a un soffio: lo stadio è gremito, malinconicamente vuoti solo il secondo e il terzo anello verde, dimora degli ultras della Nord, chiusi per i cori anti-napoletani.
ICARDI DEDICA IL GOL AL CPITANO. La festa per Zanetti è stata calda, avvolgente, i tifosi lo abbracciano idealmente e lui ha ceduto alla commozione. La partita contro la Lazio è importantissima, come sottolinea Thohir prima del fischio di inizio. L’Inter non parte bene e – al 2′ – viene colpita a freddo da Biava complice una difesa imbambolata. La reazione nerazzurra è stata rabbiosa grazie alla straordinaria serata di Kovacic che verticalizza il gioco e distribuisce palloni magici alle punte. Mazzarri deve mangiarsi le mani per aver lasciato un così grande talento in panchina per qualche partita di troppo. Al 7′ il giovane croato trova Palacio in area che non perdona, Berisha è battuto. L’Inter pareggia e domina, trascinata da un tifo scatenato. La Lazio si fa viva con Keita che impegna Handanovic e con Onazi da fuori area. Al 34′ i nerazzurri passano in vantaggio. Ancora Kovacic è geniale nel mandare a rete Icardi. Esplode la panchina: abbracci con Zanetti e dedica per il capitano.
ADDIO AGLI EROI DEL TRIPLETE. Neanche il tempo di ricomporsi che arriva il tris: Nagatomo mette al centro per Palacio che anticipa tutti e piazza la zampata vincente. Rumoreggia il pubblico che vuole Zanetti in campo. Mazzarri lo fa scaldare ma il secondo tempo inizia senza cambi. Il suo momento scocca al 7′: San Siro e’ in festa come ai tempi del Triplete con i suoi eroi ancora protagonisti. Quel ciclo sembra tramontare definitivamente con l’addio di Zanetti, e probabilmente quelli di Samuel e Milito con Cambiasso ancora incerto sul rinnovo. I senatori escono di scena con onore: il ricambio è a buon punto.
PASSAGGIO DI TESTIMONE CON KOVACIC. Insieme al capitano gioca Kovacic che ha appena compiuto venti anni, gli stessi giocati da Zanetti nell’Inter. Passato e futuro che si incrociano. Nel secondo tempo, applausi e cori ad ogni percussione del capitano, tributo anche per Milito entrato al posto di Palacio, qualche occasione per la Lazio con Keita e Biava. L’Inter abbassa il ritmo e si fa schiacciare da un avversario che non si arrende. Handanovic è costretto a una serie di spettacolari parate prima su Keita, poi su Candreva e, ancora, di piede su un bel tiro di Anderson. Il portiere deve concedere il bis sempre su Candreva e Anderson. L’Inter soffre un’ottima Lazio che però non trova il colpo utile a riaprire la partita. E, proprio nel momento migliore dei biancocelesti, arriva la stilettata di Hernanes: il brasiliano di sinistro trafigge Berisha al 34′. La partita è chiusa e le ultime emozioni le regala un solitario tifoso che fa irruzione sul terreno di gioco per abbracciare il capitano.
Pronto intervento degli steward e tutto si conclude pacificamente. Al 90′, stadio in festa per Zanetti, abbracci con Moratti e Thohir, con tutti i compagni, stadio in piedi per un tributo sincero, affettuoso, forte.
calatafimisegestanews
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