“Avete una Partita IVA e/o siete artigiani e la Rai vi chiede 407,35 euro di abbonamento speciale? Non dovete pagarlo a meno che non abbiate un ambiente aperto al pubblico con un apparecchio tv o un apparecchio dotato di sintonizzatore per ricevere i canali via digitale terrestre. (leggete qui: http://goo.gl/bgwUI) Se avete una P.IVA e avete un tv privato, non esposto al pubblico, dovete pagare il normale canone di abbonamento tv.
Il problema è che la Rai ha mandato centinaia di migliaia di lettere di richiesta del canone “speciale” da 407,35 che hanno giustamente generato il panico tra chiunque avesse una P.IVA senza esplicitare nella lettera (come fa invece nel sito che vi allego) chi realmente deve pagarlo. Il risultato è che molti per paura lo pagheranno ingiustamente.
Ci sono gli estremi per considerarlo una truffa come giustamente è stato fatto notare oggi al viceministro Giacomelli in audizione vigilanza Rai che si è trovato d’accordo a esigere subito una corretta informazione della Rai agli utenti.
E meno male che RAI fa servizio pubblico d’informazione.
Canone Speciale RAI: la denuncia di Confartigianato
Secondo Confartigianato la maggior parte delle richieste sono illegittime perché rivolte ad aziende che non possiedono apparecchi radiotelevisivi e quindi non devono pagare alcun canone. Ma il tributo è stata applicato al possesso non solo di televisori, ma anche di qualsiasi dispositivo per ricevere il segnale tv, addirittura anche i sistemi di videosorveglianza. In effetti, alcuni imprenditori si ritrovano a dover pagare il canone per il possesso di un impianto antifurto.
Così, afferma Confartigianato, vengono “tassati” strumenti di lavoro che gli imprenditori non impiegano per guardare i programmi RAI. Per questo motivo il presidente dell’Associazione Giorgio Merletti si è rivolto al ministro per lo Sviluppo economico Federica Guidi chiedendo un intervento immediato per modificare queste norme.
“Pagare il canone RAI – afferma Merletti – è un obbligo per tutti coloro che in azienda posseggono radio e televisioni. Ma non accettiamo il metodo di rastrellare risorse imponendo il pagamento indiscriminatamente a tutti gli imprenditori, dando per scontato che posseggano uno o più apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle trasmissioni radiotelevisive. In questo momento di gravi difficoltà per i nostri imprenditori, di tutto abbiamo bisogno tranne che di altri balzelli così onerosi, assurdi e illegittimi”.
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