I maggiori media stanno scrivendo che oggi l’Unione Europea ha trovato un accordo per restituire agli Stati membri la facoltà di decidere sulla coltivazione degli Ogm. E’ una gran balla. Le principali anticipazioni sono confermate: se uno Stato non vorrà la coltivazione degli Ogm sul proprio territorio nazionale, dovrà chiedere alle multinazionali delle sementi tipo Monsanto di essere esentato dagli Ogm. Significa che l’Ue subordina la politica e la sovranità nazionale agli interessi dei colossi economici. Inoltre, la richiesta alle multinazionali sarà prevedibilmente efficace come il cartello condominiale “Non mettete la pubblicità nelle buche delle lettere”. Se le multinazionali non concederanno l’esenzionedagli Ogm ad uno Stato membro dell’Ue, quest’ultimo per far valere le proprie ragioni dovrà prodursi in acrobazie che, al confronto, il percorso di guerra dei marines è una passeggiata al parco giochi.
L’associazione anti-lobby Corporate Europe Observatory ha messo on line il testo che oggi a Bruxelles è stato sottoposto ai ministri dell’Ambiente riuniti nel Consiglio Ue. Non è dato di sapere se eventualmente vi sono state apportate modifiche prima dell’approvazione: tuttavia la bozza è pienamente rispecchiata dal comunicato stampa diffuso dall’Unione Europea.
Premessa indispensabile per capire. Ora l’Unione Europea vieta agli Stati membri di vietare gli Ogm che essa ha approvato per la coltivazione. Però l’opinione pubblica europea e vari Stati dell’Ue sonocontrari agli Ogm. Di conseguenza i procedimenti per l’approvazione di nuove varietà Ogm languono da anni nei freezer di Bruxelles: ora nell’Ue si coltiva un solo Ogm, il mais Mon 810, ma in regime di proroga perchè l’autorizzazione è scaduta. Anche il rinnovo dell’autorizzazione langue in freezer. Loscopo dell’accordo raggiunto oggi a Bruxelles è proprio sbloccare le pratiche per l’approvazione dinuovi Ogm.
L’accordo entrerà in vigore dopo essere stato sottoposto al Parlamento europeo fresco di elezione. Ecco cosa prevede. Uno Stato membro dell’Ue potrà chiedere alla Commissione Europea di chiederea sua volta alle multinazionali sementiere di esentarlo dagli Ogm che sono in corso di approvazione da parte dell’Ue. Se le multinazionali accettano, bene. E se non accettano? Lo Stato ha la possibilità di vietare gli Ogm – recita il comunicato stampa dell’Ue – sulla base di obiettivi politici legati ad esempio ad ambiente, agricoltura, pianificazione urbanistica, uso del suolo, impatto socio economico eccetera.
Il testo che era sul tavolo dei ministri dell’Ambiente tuttavia specifica che il divieto dovrà essere motivato (il termine, ovviamente, è interpretabile in modo assai vario e anche molto restrittivo); dovrà inoltre essere fondato su basi diverse rispetto a quelle raggiunte in accordo alle regole dell’Unione Europea. Traduzione: nessuno Stato dell’Ue potrà mettere in discussione le valutazioni dell’Efsa, l’autorità europea per la sicurezza alimentare preposta a stabilire se un Ogm è – o meno – dannoso per l’ambiente e la salute.
Se non potranno dare alla letteratura scientifica sugli Ogm una valutazione diversa rispetto a quella dell’Efsa, a quali fantasmagorici motivi potranno mai appellarsi gli Stati Ue per vietare la coltivazione degli Ogm? In ogni caso, la bozza non vieta alle multinazionali sementiere di fare causa agli Stati membri dell’Ue che rifiutano gli Ogm. Tuttavia la bozza vieta agli Stati di considerare rischioso un Ogm approvato dall’Efsa (vieta di vietarlo per il suo impatto sull’ambiente e sulla salute, insomma) e quindi li mette in posizione di netto svantaggio di fronte ad un eventuale tribunale. Ecco, è questo il modo in cui l’Ue ha concesso agli Stati la “facoltà” di vietare le coltivazioni Ogm.
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