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Come difendersi dall’ebetismo indotto da TV e WEB

By   /  6 Giugno 2014  /  No Comments

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La televisione ed Internet sono tra i mezzi di comunicazione più utilizzati. Un utilizzo distratto può però generare addirittura degli effetti negativi a livello cerebrale. Il segreto per fuggire da questa passivizzazione è un uso corretto e moderato per sfruttarne invece al meglio le enormi potenzialità.

 

Negli anni ottanta e novanta la televisione è stato il mezzo di comunicazione principale, attraendo la maggior parte dell’attenzione seguita da giornali e radio. Tutti questi media avevano ed hanno ancora in comune una caratteristica spesso sottovalutata: sono monodirezionali. Infatti, le informazioni viaggiano solo dal media verso l’utente il quale può non può far altro che ricevere passivamente tutte le notizie che vengono trasmesse. Certo, con l’avvento del telecomando si ha facoltà di scelta, anche se, ragionandoci un attimo, questa facoltà di scelta è per lo più illusoria. Possiamo cambiare canale se un programma non ci piace o se ci stanno riversando addosso la cosiddetta tv-spazzatura, ma questo ovviamente può avvenire solo dopo essere stati esposti, comunque, a delle informazioni. Insomma possiamo optare per altri contenuti certo, ma, nel momento stesso in cui lo facciamo, è già troppo tardi, il messaggio, qualunque esso sia, purtroppo ha già raggiunto inconsapevolmente la nostra mente. Un’altra illusione è la possibilità di scelta, ma in un Paese dove temi come il monopolio televisivo ed il conflitto d’interessi editoriale sono all’ordine del giorno da decenni, e purtroppo mai risolti, diventa paradossale l’opzione di “poter scegliere i contenuti dei quali si vuole fruire”. Se a questo aggiungiamo la possibilità di manipolazioni e di lanci di messaggi subliminali, è facile comprendere come tutto questo sistema sia estremamente pericoloso.

 

L’etimologia del termine informare significa letteralmente “dare forma”… ma a cosa?
Bisognerebbe dar forma ai fatti, ma forse chi detiene il potere dei media tende, più di frequente, a tentar di dar forma alle coscienze e al pensiero altrui grazie anche all’utilizzo di tecniche ad hoc.
Non è un caso che molti dei programmi che vengono trasmessi in televisione siano di intrattenimento. I programmi leggeri e che non hanno finalità di informazione mirano proprio a distrarre il pubblico in modo che sia facilmente influenzabile. Altra tecnica utilizzata di frequente è la trasmissione di immagini violente e dal forte impatto emotivo che fanno sì che l’individuo avverta in sé un forte senso di impotenza e sia molto più incline alla manipolazione. Per ultimo, ma non meno incisivo, non dimentichiamo il martellamento continuo che arriva dagli spot pubblicitari utile non tanto per promuovere prodotti quanto piuttosto per creare bisogni.

 

I media classici, ma in particolare la TV comportano quindi dei pericoli, evidentemente sotto il profilo di ricezione, di solito inconscia, di messaggi specifici che ci condizionano spesso in peggio la vita (la pubblicità ne è un chiaro esempio) ma non solo. Siamo davanti, come si diceva sopra, ad un trasmettitore di informazioni di tipo monodirezionale, al quale non abbiamo diritto di replica.

A questo proposito immaginate che state discutendo con una persona e voi non possiate replicare, e che le parole del vostro interlocutore siano irritanti e sconvolgenti al tal punto da stimolarvi una risposta che però, nel caso della televisione, non potete dare. Sapete cosa succede? Implodete! L’unica possibilità che il vostro corpo ha di difendersi da tale abuso è la somatizzazione, infatti, scaricherete questa carica negativa sui punti deboli del vostro corpo: gastrite, colon irritabile, mal di testa, dermatiti etc. sono spesso la conseguenza della proiezione di queste sensazioni negative sul proprio corpo.

Certo, se si assiste ad un talk politico una volta soltanto, tutto questo probabilmente non succederà, ma la ripetizione incessante dei talk dove si litiga in continuazione, del telegiornale con notizie drammatiche, trasmissioni come Le Iene, Striscia la notizia e Report (di giornalismo investigativo) dove l’ingiustizia viene (giustamente) amplificata, ci porta per forza di cose ad assorbire una buona dose di malessere dato che non è possibile manifestarlo in altro modo.

 

Non è un caso che le malattie psicosomatiche siano in continua crescita al giorno d’oggi.

Siamo tutti dei piccoli ebeti davanti alla TV (e non solo davanti alla tv, ma anche di fronte ad ogni mezzo di comunicazione). Ogni tecnologia, in particolare quelle che hanno a che fare con la veicolazione delle informazioni e della conoscenza, genera purtroppo delle conseguenze più o meno profonde in noi.

Dalla TV ad Internet

Con l’avvento del web le cose sono cambiate. O almeno così potrebbe sembrare… Con Internet si è passati ad un utilizzo bidirezionale del media e quindi abbiamo “guadagnato” la possibilità di avere diritto di replica, di dire la nostra, di essere presenti nel mondo dell’informazione, sia tecnica che generalista. Fenomeni come YouReporter ne sono un classico esempio.

Purtroppo però il pericolo della passivizzazione è presente anche online, infatti basti pensare alle ore di tempo “buttate” su Facebook (e non parlo di chi chatta, costruisce relazioni sociali o si cerca la fidanzata, ma di chi osserva passivamente la vita degli altri – non dimentichiamo che FB è nata proprio per questo -, per permettere di sbirciare i profili altrui). Ma non solo, giochini come Angry Birds, Candy Crush e Ruzzle (addirittura diventa un format TV) hanno ormai monopolizzato le giornate di molti.

Siamo deboli e facile prede di queste mode passeggere, ma ho difficoltà a definirli svaghi o passatempi, perché se questi lo sono, allora una passeggiata al parco, un’alba, un tramonto o una chiacchierata con gli amici…. cosa sono?

 

Come veniamo condizionati dai media?

La manipolazione delle coscienze ed il controllo dell’opinione pubblica non è un’invenzione dei giorni nostri, tuttavia, è vero che oggi la diffusione delle notizie avviene con una velocità maggiore ed in maniera senz’altro più vasta e capillare di come avveniva un tempo. Ogni tecnologia dell’informazione comporta, infatti, alterazioni nell’individuo. Spesso, come si diceva nel paragrafo precedente, gli studi e le analisi più critiche si sono soffermate sugli effetti negativi della televisione. Ma anche il Web ed i Social network che vengono celebrati dai più come strumenti di liberazione, possono, in alcuni casi e se utilizzati in maniera errata, avere degli effetti negativi.
Un fattore evidente dell’influenza dei nuovi media (Internet, telefonini/smartphone e Social network) sulle nostre menti è la sempre minore propensione all’approfondimento: si leggono testi molto corti o in alcuni casi soltanto i titoli, si leggono ed ascoltano notizie brevi dei TG etc.
Se ci pensiamo, infatti, passiamo le nostre giornate a navigare su Internet alla ricerca di informazioni, spesso saltando da una pagina all’altra grazie all’utilizzo di una miriade di link disseminati nelle pagine Web, pubblichiamo informazioni veloci sui Social network e leggiamo quelle dei nostri amici/conoscenti, inviamo e leggiamo messaggi dalla nostra casella di posta elettronica, inviamo e riceviamo SMS. Tutta l’informazione della quale fruiamo viaggia ormai sotto forma di piccoli frammenti. Ovviamente, l’utilizzo di tutti questi strumenti comporta dei benefici: ci aiutano nel lavoro e nel velocizzare tutte le nostre attività. Ma in questo modo potremmo perdere la nostra capacità di pensare, di ragionare ed anche la capacità di memorizzare le cose!
Un tempo, nelle culture dominate dall’oralità esistevano i cosiddetti uomini-memoria (dei veri e propri specialisti in materia che erano depositari di una vasta quantità di informazioni). Ora tutto questo è stato riversato su Internet.
Se Socrate aveva paura che l’invenzione della scrittura potesse portare la “dimenticanza” nelle anime di chi la imparava, perché l’individuo per ricordare qualcosa si sarebbe affidato a dei segni esterni, allora cosa avrebbe potuto dire di noi che per ricercare una qualsivoglia informazione affidiamo la nostra memoria ai motori di ricerca?
Si è sempre più propensi dunque a affidarci alla rete e a fruire di un’informazione leggera, superficiale e non approfondita. La rete e gli ultimi strumenti della comunicazione rendono il processo di scrittura e di lettura molto veloce ed estremamente breve. L’utilizzo eccessivo o distratto dei nuovi mezzi di comunicazione comporta dunque dei veri e propri mutamenti anche a livello cerebrale: gli individui hanno oggi una più facile propensione alla distrazione ed una scarsa propensione a mantenere viva la concentrazione e l’attenzione su un qualcosa, specie su di un testo eccessivamente lungo e tutto questo non può che comportare dei mutamenti anche nel nostro modo di ragionare.
È questo è soltanto uno degli effetti sul quale abbiamo voluto porre attenzione… ma potremmo mai rinunciare a tutto quello che i nuovi mezzi di comunicazione ci offrono?
Probabilmente no. Il segreto è dunque quello di farne un uso corretto e di sfruttare la loro enorme potenzialità senza farci annientare.

 

Come possiamo opporci?

Alla fine del secolo scorso in molti si sono opposti al condizionamento mentale e alla passivizzazione che proveniva dalla televisione, erano gli hobbisty, coloro che si costruivano da soli l’amplificatore a valvole, che iniziavano ad installarsi i primi antifurto fai-da-te, che realizzavano in casa un elettrostimolatore o una magnetoterapia. La “bibbia” di questo movimento è stata la rivista “Nuova elettronica”. È stato un periodo fantastico, con migliaia di persone che acquistavano i kit, leggevano i progetti e li realizzavano dando sfogo alle proprie idee ma soprattutto liberandosi dalla sottomissione mediatica.

Ed oggi invece cosa possiamo fare? Anche oggi c’è chi si oppone a questo annichilimento e alla “passivizzazione 2.0”. Grazie alla rete ed a dispositivi “volano” come Arduino e RapsberryPi, nascono i nuovi Hobbysti, quelli che vengono definiti makers.

Il nuovo movimento Makers si basa sull’open source, e costruisce il proprio know-how sulla condivisione e sullo scambio di informazioni.

 

Fonte -TC-

 

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